Nuovo appuntamento con le nostre interviste musicali: oggi è Neverbh a passare sotto le grinfie di Giorgia per parlare del suo nuovo album “zero mirac
Nuovo appuntamento con le nostre interviste musicali: oggi è Neverbh a passare sotto le grinfie di Giorgia per parlare del suo nuovo album “zero miracoli”.
zero miracoli è il nuovo album di Neverbh, in uscita il 21 maggio per UMA Records, in distribuzione Sony Music Italy. È stato anticipato dai singoli: moon, vai o resti, ehi dimmi e byebye (feat Tamì) e ora insieme agli altri inediti si presenta come un racconto, ogni canzone è una fotografia di un momento preciso ed è associata a un simbolo, uno storytelling visivo oltre che cantato.
Questo disco rappresenta l’ultimo anno di crescita e di ricerca dell’artista veronese, dove ritornelli pop, venature elettroniche e sonorità lo-fi esaltano la sincerità del suo songwriting: autentico, sussurato e delicato.
“zero miracoli ha un doppio significato. Da un lato, quando qualcosa finisce non puoi aspettarti che torni indietro, non devi appenderti con ossessione a un miracolo, ad un ritorno. Quel che avevi è stato perso, e devi andare avanti, nel bene e nel male.
Dall’altro, nella vita devi combattere per prenderti i tuoi sogni. Non puoi aspettarti che accada il miracolo. Devi stringere i denti e lottare. Il senso è che spesso credere ai miracoli è limitante, perché ci porta ad avere poca fede in noi stessi, ci sediamo e speriamo che le cose accadano. Invece siamo noi a farle accadere.”
Ecco cosa ci ha raccontato!
Quali sono i tuoi riferimenti per quanto riguarda la musica elettronica?
Non ascolto moltissima elettronica, ma alcuni riferimenti sono: Ratatat e Justice, della scena italiana invece mi piacciono alcune cose di MACE, Post Nebbia, Sina.. Difficile racchiuderli solo nell’elettronica però, c’è anche molto R&B.
A chi augureresti zero miracoli?
Paradossalmente a tutti. Però non è una cosa negativa. Come dico spesso, non possiamo vivere aspettandoci che accadano i miracoli, sedendoci e restando passivi agli eventi. Dobbiamo essere stimolati a darci da fare per raggiungere i nostri sogni. È questo il senso del titolo, anche se poi assume chiaramente un significato anche dal punto di vista sentimentale.
Quando è nato questo album? Il Covid ti ha influenzato in qualche modo?
L’idea dell’album è nata con “moon”, uscita poco meno di un anno fa. Con quel brano ho capito che stavo maturando molto, sia come persona e sia a livello musicale. Mi ha travolto un’ondata di sentimenti che avevo la necessità di trasformare in suono. Nell’ultimo anno, anche a causa del covid (certamente) ho compreso l’importanza di lottare e non arrendersi, anche quando tutto sembra perduto. C’è stato un momento in cui ho realizzato che la battaglia che il mondo combatteva fuori, ci stava ponendo tutti nella condizione di fare i conti con noi stessi, soprattutto durante i vari lockdown. Il disco è chiaramente anche lo specchio di questo.
Il Covid ha influito negativamente sul tuo percorso?
In realtà no, o almeno non credo. Ho sempre continuato a fare musica, nel bene e nel male, anche solo per regalare qualche minuto di svago a chi ne aveva più bisogno. Nonostante ciò che è successo sia stato terribile, raramente troverai un artista che ti parlerà di blocco di scrittura. Sono queste le situazioni che più ispirano a scrivere e a far sentire la propria voce.
Quando hai capito che la musica sarebbe stata parte della sua vita?
Ufficialmente l’ho capito un paio d’anni fa. Dico ufficialmente perchè mi sono finalmente fatto coraggio e messo in gioco e sotto il giudizio del pubblico, oltre che personale. Questo presentimento però ce l’ho sempre avuto sotto sotto. Sembra da matti, ma già a 10 anni vivevo “con le canzoni in testa”. Magari un pezzo che avevo sentito in radio, o un disco che avevo scoperto: in ogni momento avevo sempre un pezzo che mi rimaneva nella mente e mi faceva compagnia, e quando dico “in ogni momento” non lo dico per modo di dire. Forse mi salvavo solo quando dormivo.
Questo è un portale dedicato soprattutto agli studenti, quindi non possiamo lasciarti andare senza chiederti qualcosa riguarda il tuo percorso scolastico.
Dopo essermi laureato in lingue sto concludendo la magistrale in management e comunicazione. È un ambito che mi piace parecchio, ma diciamo che il mio sogno nel cassetto resta e resterà sempre la musica.
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