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Common Pass, il passaporto digitale per tornare a volare in sicurezza

Common Pass, il passaporto digitale per tornare a volare in sicurezza

Il passaporto digitale Common Pass potrebbe essere già disponibile dal 2021: un nuovo modo di viaggiare e di proteggersi dal covid. Avete presente il

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Il passaporto digitale Common Pass potrebbe essere già disponibile dal 2021: un nuovo modo di viaggiare e di proteggersi dal covid.

Avete presente il tradizionale passaporto che usiamo per viaggiare e attestare i nostri spostamenti da uno stato all’altro? Ecco, dimenticatelo, perché presto andrà in pensione e verrà sostituito da una nuova versione elettronica, Common Pass. Il progetto è stato lanciato dal World Economic Forum e The Common Project, due gruppi che si occupano di servizi digitali e globali di utilità comune.

Il nodo degli spostamenti in tempo di covid è molto difficile da scogliere. Come tracciare tutti i passeggeri per sapere che non siano contagiosi, o asintomatici o provengano da zone a rischio? Ecco che arriva in aiuto il passaporto standardizzato globale con le certificazioni in tempo reale su immunità, tamponi e vaccinazioni.

Ogni frontiera ha regole e requisiti d’accesso differenti e in continua evoluzione, quindi Common Pass si pone come intermediario neutrale tra i governi dei vari Paesi, dando una sorta di coordinamento internazionale. La neutralità è l’aspetto che garantirebbe al nuovo passaporto di conquistare la fiducia reciproca tra Paesi diversi.

La rilettura di test anti covid e altre misure precauzionali secondo standard globali permetterebbe anche di evitare quarantene non necessarie o di capire subito dove intervenire con la verifica della positività. Grazie alla standardizzazione dei requisiti sarà molto più semplice viaggiare. Le compagnie aeree United Airlines e Hong Kong Cathay Pacific hanno già avviato la sperimentazione di Common Pass sui propri voli nelle rotte che collegano Hong Kong, Singapore, Londra e New York.

Common Pass, stando a quanto affermano gli sviluppatori, raccoglierà le informazioni sanitarie in modo sicuro e le custodirà con grande riservatezza. La gestione delle tecnologie utilizzate, aggiungono, sarà aperta, indipendente e senza scopo di lucro.

La sua utilità non si limita alla sicurezza sanitaria relativa al covid, ma potrà essere ampliata anche ad altre malattie o a future pandemie. La domanda è sempre la stessa: i nostri dati, sono davvero al sicuro? Sarà la questione del XXI secolo.

#FacceCaso

Di Luca Matteo Rodinò

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