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Le scuole italiane accolgono gli studenti ucraini vittime della guerra

Le scuole italiane accolgono gli studenti ucraini vittime della guerra

Sono 65.439 i profughi dall’Ucraina a causa della guerra. L’Italia ha intrapreso dei piani di accoglienza nelle scuole per chi sta perdendo tutto. In

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Sono 65.439 i profughi dall’Ucraina a causa della guerra. L’Italia ha intrapreso dei piani di accoglienza nelle scuole per chi sta perdendo tutto.

In tutta la Penisola a partire dallo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina sono arrivati un numero massiccio di sfollati ucraini, per la maggior parte donne e bambini, a causa dell’obbligo di prestare servizio militare da parte degli uomini dai 18 anni.

Gli enti del Terzo Settore, come Caritas, comunità di Sant’Egidio e la Protezione Civile, si stanno impegnando affinchè chi si offre di ospitare una mamma ed un bambino, abbia la giusta serietà ed i prerequisiti per l’accoglienza. Inoltre si faranno carico dei servizi come fornirgli dei soldi per la spesa, vestiti e la mediazione linguistica.

Ospitare un minore da solo non è possibile, e questi saranno seguiti direttamente dagli Enti e dallo Stato, per consentirgli la massima tutela.

Ma non solo i grandi nome del Terzo Settore si occupano di quest’ospitalità: anche molte piccole comunità locali, come chiese, parrocchie e scout si stanno impegnando per raccogliere beni, cibo e medicine da portare ai profughi. Inoltre molti volontari pensano anche allo svago e al supporto psicologico, portando i bambini ed i ragazzi a fare attività in parchi o palestre che hanno offerto i propri spazi.

Sono stati raggiunti molti privati che hanno messo a disposizione le proprie case ma addirittura albergatori, che hanno aderito alla rete di accoglienza fornendo le stanze del proprio hotel.
Sappiamo però quanto sia importante restituire un minimo di quotidianità, soprattutto ai bambini e agli studenti, che hanno visto le loro case crollare, violenze, la separazione con familiari, in particolare padri, fratelli, ed in generale le figure maschili della famiglia, costretti a rimanere e combattere.

Sono quindi entrate in gioco le scuole italiane.

Stefano Versari, capo dipartimento del Ministero dell’Istruzione ha assicurato che saranno gratuite per i profughi per tutto il periodo della guerra, ed ha predicato sobrietà nell’accoglienza, solidarietà ed inclusione scolastica. Molte di queste scuole si trovano in Lombardia, Piemonte e Veneto.

Lo stile da adottare sarà quello della “pedagogia della scala”. Una scala fatta di gradini come interventi di socializzazione, culturali e linguistici. Tenendo conto che verosimilmente, tutte queste persone non sono qui per restare ma hanno voglia e sperano di poter tornare nella loro patria. Per questo verrà adottata anche la “pedagogia del ritorno”.

A Roma, l’istituto Albertelli ospita le lezioni di sabato pomeriggio e l’università della Sapienza ha consentito agli studenti Erasmus ucraini di rimanere anche dopo la fine del programma, garantendogli una residenza nel Lazio ed esonerandoli dal pagamento delle rate in caso di difficoltà economica.
Insomma una semplice cartella in spalla, ritrovarsi con qualche connazionale e sedersi ad un banco di scuola. Sembra poco ma può fare una grande differenza.

#FacceCaso

Di Alice Fuschiotto

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