Oggi si celebra la Giornata Mondiale del Rifugiato 2018, su questo tema tanto discusso, è bene fare un po' di chiarezza e rispondere a tutte le questi
Oggi si celebra la Giornata Mondiale del Rifugiato 2018, su questo tema tanto discusso, è bene fare un po’ di chiarezza e rispondere a tutte le questioni con dei dati e dei numeri precisi.
Sono giornate buie queste, tra le immagini strazianti che ci arrivano dagli Stati Uniti dei bambini sud americani strappati dalle braccia dei loro genitori, e tra le decisioni del neo Ministro dell’Interno Matteo Salvini di chiudere i porti italiani, questa Giornata Mondiale del Rifugiato 2018 cade proprio a pennello.
L’obiettivo dell’articolo è di fare chiarezza, parlare di numeri, sfatare qualche mito di quelli che identificano i migranti come portatori di problemi all’interno del nostro Paese e del continente europeo.
Chi sono e quanti sono i rifugiati
Nel mondo sono una persona su 110. Secondo la Convezione di Ginevra del 1951 relativa allo status dei rifugiati, è rifugiato colui che “che temendo a ragione di essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza ad un determinato gruppo sociale o per le sue opinioni politiche, si trova fuori del Paese di cui è cittadino e non può o non vuole, a causa di questo timore, avvalersi della protezione di questo Paese; oppure che, non avendo cittadinanza e trovandosi fuori del Paese in cui aveva residenza abituale a seguito di tali avvenimenti, non può o non vuole tornarvi per il timore di cui sopra”.
L’Italia non è vittima di alcuna “invasione”, lo dicono i dati
Purtroppo la propaganda politica dell’ultima tornata elettorale ha fatto credere ai cittadini italiani che siamo un Paese vittima di un’invasione. Tanto che secondo un sondaggio di Demos un italiano su due diceva di considerare i migranti come un pericolo e di esserne spaventato. Propaganda che ha funzionato, e porta ora a legittimare azioni come quella di chiudere i porti alle navi straniere che salvano centinaia di migranti nel mezzo del nostro mare Mediterraneo.
La verità, però, è ben diversa da quella che ci viene raccontata da una becera propaganda politica che incita all’odio. Ciò che non viene detto è che i numeri degli sbarchi di quest’anno sono l’80% in meno rispetto a quelli dell’anno scorso. Non viene neanche detto che la maggior parte dei migrati arrivati in UE è stata accolta da paesi quali la Germania, la Svezia e la Norvegia.
Come funziona il sistema di prima accoglienza in Italia?
A questo punto diventa importante fare chiarezza anche su come l’Italia accoglie i migranti. Infatti, ben pochi saprebbero rispondere alla domanda “cosa succede dopo gli sbarchi?“, il meccanismo è complicato ed estremamente burocratico.
L’infografica qui sotto elaborata da Lenius, può aiutare a capire quali sono i passi che un migrante arrivato in Italia percorre.
Si può dire che il sistema di accoglienza operi su due livelli: la prima accoglienza e la seconda accoglienza.
La prima accoglienza
Ha luogo nei cosiddetti hotspot e nei centri di prima accoglienza. In questa fase lo scopo è quello di fornire un primo soccorso, identificare i migranti e procedere avviare le procedure per la domanda di asilo. Quindi, la prima tappa è l’hotspot e la seconda è il centro di prima accoglienza in cui i migranti risiedono fino al momento in cui non vengono assegnati a un centro di seconda accoglienza.
La seconda accoglienza
La seconda accoglienza si identifica con gli SPRAR, ovvero il Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati. Lo SPRAR è un sistema a 360 gradi per favorire l’integrazione dei rifugiati e dei richiedenti asilo. Il problema dello SPRAR è che viene messo in pratica dai Comuni, e, in tanti casi, i comuni per ragioni politiche si rifiutano di prenderne parte, nei casi in cui gli SPRAR non siano disponibili i migranti vengono dirottati verso i CAS (Centri di Accoglienza Straordinaria).
Gli SPRAR funzionano grazie alla collaborazione tra i comuni e gli enti locali che decidono di aderirvi. Il principio degli SPRAR è l’accoglienza integrata che si realizza attraverso attività di inclusione sociale, scolastica, lavorativa e culturale.
L’effettivo lavoro degli SPRAR è riassunto ogni anno nel “Rapporto annuale“.
Lo scopo della Giornata Mondiale del Rifugiato 2018 e le iniziative in Italia
Come sottolinea l’UNHCR, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, questa giornata che si celebra in tutto il mondo il 20 giugno ha lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle condizioni di milioni di rifugiati e richiedenti asilo in tutto il mondo. Attraverso la campagna promossa dall’UNHCR, #WithRefugees, si vuole ricordare che dietro ogni migrante “c’è una storia che merita di essere ascoltata”. Qui è disponibile una lista di tutte le iniziative promosse dall’UNHCR per la giornata di oggi e che proseguiranno fino alla fine del mese.
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