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FacceSapè: ecco la nostra intervista per il nuovo EP di dada sutra

FacceSapè: ecco la nostra intervista per il nuovo EP di dada sutra

Nuovo appuntamento con le nostre interviste musicali: oggi è dada sutra a passare sotto le grinfie della nostra redazione per parlare del nuovo EP.

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Nuovo appuntamento con le nostre interviste musicali: oggi è dada sutra a passare sotto le grinfie della nostra redazione per parlare del nuovo EP.

Esce venerdì 3 giugno 2022 “EP 1”, in distribuzione Artist First, il disco di debutto di dada sutra. Quattro tracce di cui fa parte che il precedente singolo “big boy”, che vedono finalmente la luce e inquadrano così uno dei progetti più unici e meno collocabili della scena indipendente. Un mix unico di generi ed influenze dal respiro internazionale che finalmente svelano il mondo alieno di Caterina Dolci. “EP 1” contiene un mondo pieno di orrori ma anche la voglia di trovare un angolo di bellezza, non farsi schiacciare, continuare a vivere, sentire, evolvere.

Abbiamo iniziato col chiederle qualcosa sul suo percorso scolastico, e poi ecco com’è andata avanti.

Questo sito è un sito dedicato agli studenti, quindi cominceremmo col chiederti qualcosa sul tuo percorso scolastico!
Ho saltellato un po’ qua e là: liceo scientifico, laurea triennale in architettura, magistrale in musicologia, e ora sto studiando basso in Conservatorio. Fosse per me non smetterei mai di studiare!

Bisogna per forza studiare musica per fare musica? Com’è stato per te?
Di sicuro se vuoi farlo seriamente ti ci devi applicare, ma ci sono molti modi di studiarla. Io ho avuto un percorso più classico, studiando pianoforte da bambina, poi chitarra classica, e ho cominciato a suonare rock solo passati i 20. Ma c’è chi salta la teoria e lo spartito e impara suonando e ascoltando, e va benissimo così, ci sono musicisti eccezionali che non sanno leggere la musica.

C’è un filo conduttore che lega le tracce del tuo EP di debutto?
È la solitudine e il senso di alienazione, che rappresenta molto una fase della mia vita in cui mi sentivo persa e senza una strada chiara davanti. Penso che vivere in una città come Milano possa far sentire spesso soli, anche se hai un sacco di gente attorno, e chi è in difficoltà, che sia economica, o di salute fisica o mentale, viene facilmente isolato e lasciato indietro. È un EP che parla agli outcast e ai disadattati, e per me è stato un modo per ritrovarmi e sentirmi meno sola: se può fare la stessa magia per qualcun altro sarebbe meraviglioso.

Che cosa significa essere una musicista a Milano? Non c’è troppa concorrenza?
Sì, ma ci sono anche molte occasioni, e in realtà tra musicisti c’è sostegno reciproco, c’è una bella rete.

L’ultimo concerto che hai visto?
Concerto per la presentazione del nuovo singolo di Torso Virile Colossale, in una palestra di pugilato. Li ho già sentiti un po’ di volte dal vivo ma è sempre un bel viaggio!

#FacceCaso

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