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FacceSapè: ecco la nostra intervista per il nuovo album di Ubertone

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Nuovo appuntamento con le nostre interviste musicali: oggi è Ubertone a passare sotto le grinfie della nostra redazione per parlare del nuovo album.

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Fuori da venerdì 20 gennaio 2023 su tutte le piattaforme di streaming Meconio, il primo album di Ubertone. Con questa raccolta, che spazia da intense ballate introspettive a piccole narrazioni caratterizzate una componente umoristica, il cantautore rodigino ci introduce al suo peculiare mondo poetico fatto di forti chiaroscuri, musicali ed emotivi.

Abbiamo fatto una chiacchierata con l’artista, senza farci mancare qualche domanda sul suo percorso scolastico.

Questo è un sito dedicato agli studenti, quindi non possiamo che iniziare col chiederti qualcosa sul tuo percorso scolastico.
Ho fatto il liceo classico a Rovigo. Poi mi sono iscritto a giurisprudenza, più che altro per inerzia familiare: mio padre infatti è avvocato. Ma mi è bastato meno di un anno per capire che non avrei seguito le sue orme (oltre che quelle di mio nonno e del mio bisnonno: insomma non sono la pecora nera della famiglia ma della stirpe!). Sono passato quindi a Lettere, curriculum Linguaggi e tecniche di scrittura. Poi mi sono specializzato in Televisione, cinema e produzione multimediale allo IULM di Milano. Infine ho frequentato il Master della RAI in sceneggiatura di serie tv a Perugia.

E che tipo di rapporto hai invece con lo studio della musica? Si può fare musica senza studiarla?
Credo che raramente i cantautori e i musicisti pop partano da uno studio formale della musica. Se uno vuole diventare un concertista di musica classica ovviamente lo studio è necessario. Ma molti dei miei idoli, da John Lennon a Kurt Cobain non sapevano leggere uno spartito. Credo però che anche la pratica quotidiana sia una forma di studio, quella sì imprescindibile.
Io nel corso degli anni ho frequentato tre corsi del CET (scrittura di testi, composizione e interpretazione) che mi hanno aiutato a mettere più a fuoco quello che facevo. Ma di fatto non ho alle spalle uno studio dell’armonia e del solfeggio.

Hai iniziato a scrivere i tuoi brani quando avevi circa diciassette anni, mentre ti trovavi in Kentucky per svolgere un anno all’estero. Te lo ricordi il primo brano che hai scritto? E in che modo pensi che questa esperienza ti abbia arricchito (umanamente e musicalmente)?
La prima vera canzone che ho scritto si chiamava Playstation, l’ho scritta in Kentucky ma in realtà stavo pensando al mio liceo di Rovigo. Racconta di un ragazzo che non si accorge che una sua compagna di classe di cui è innamorato ricambia i suoi sentimenti. Al posto di parlarle preferisce chiudersi in casa e giocare con la play.
L’anno in America è stato ambivalente. L’adattamento a un mondo diversissimo da casa non è stato semplice, forse perchè ero troppo simile al protagonista di quella canzone. Però al contempo è stato formativo. Nella mia memoria quell’anno da solo occupa lo stesso spazio degli altri quattro anni di liceo. Ed è lì che ho scoperto la mia vera passione, e di come una chitarra può aiutarti a connetterti con gli altri e con te stesso.

Un ovetto solitario in una confezione vuota: ci racconti come è nata l’idea per la copertina del tuo album “Meconio”?
Inizialmente doveva esserci solo il cartone delle uova. È un omaggio a quel tipo di musica che, quando ho iniziato io, si suonava nei garage e nelle cantine. Per trasformarle in sale prove, infatti, cercavamo di insonorizzarle proprio con quei contenitori. Poi ho chiesto aiuto a un mio amico grafico, Matteo Marseglia, per lavorare sulla foto che avevo scattato, e ci è venuta l’idea dell’uovo. È stato lui a creare il fotomontaggio. Quell’aggiunta mi sembrava coerente con il titolo del disco. Il meconio è la prima deiezione del neonato e l’uovo comunque ha qualcosa a che fare sia con l’idea di nascita che con l’idea di… espulsione!

Prossimi programmi per il 2023?
Sto già registrando un disco nuovo. Non so se uscirà prima della fine dell’anno ma comunque sono a buon punto. Poi mi piacerebbe dedicarmi un po’ alla scrittura e all’attività live.

#FacceCaso

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