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FacceSapè: ecco la nostra intervista per il nuovo album di Alberto Mancini

FacceSapè: ecco la nostra intervista per il nuovo album di Alberto Mancini

Nuovo appuntamento con le nostre interviste musicali: oggi è Alberto Mancini a passare sotto le grinfie della nostra redazione per il nuovo album.

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Nuovo appuntamento con le nostre interviste musicali: oggi è Alberto Mancini a passare sotto le grinfie della nostra redazione per il nuovo album.

É uscito venerdì 2 febbraio 2024 su tutte le piattaforme digitali “Cerebal Surge OST”, il nuovo album del compositore e pianista Alberto Mancini (Deaf Kaki Chumpy, Motel Kaiju), colonna sonora del videogioco omonimo: un frenetico sparatutto ambientato in una città 3D in uno scenario post apocalittico.

Il videogioco racconta anche la storia di una setta che ha conquistato il mondo, da qui Alberto Mancini ha pensato di creare una colonna sonora partendo da alcuni cardini della musica sacra, ma anche ispirandosi avideogiochi ad alta tensione come “Ultrakill” o “Doom”. Il risultato è una colonna sonora intensa che mescola chitarre dall’influenza heavy metal, organi, cori, batterie e glitch elettrici.

Oggi è uno studente a Zurigo, e siamo partiti proprio dal suo percorso scolastico.

Questo è un sito dedicato agli studenti, quindi non possiamo che iniziare col chiederti qualcosa sul tuo percorso scolastico. Com’è andata?
La mia storia è molto particolare, per non dire unica. Ho studiato al liceo classico, da pianista classico e innamorandomi progressivamente della musica improvvisata. Poi mi sono laureato al triennio in architettura al Politecnico, sempre suonando due ore al giorno fisso, con grande sacrificio della mia sanità mentale. È poi arrivato il momento di iscriversi al master in architettura e andare in Erasmus a Granada. In quel momento mi dissi: o diventi un bravo musicista o diventi un bravo architetto: non potrai fare entrambe le cose. E così presi la strada del musicista, piantando capre e cavoli e iscrivendomi alla Civica di Jazz di Milano per imparare il pianoforte jazz. Lì passai 4 anni a imparare tutto quello che potevo sul jazz, ed alla fine mi sono laureato a 26 anni. A quel punto ero stanco di dipendere dai miei genitori, e andai a vivere con altre quattro persone in un sottotetto a Milano, dove sopravvivevo insegnando e suonando in giro. Da allora le cose sono un po’ cresciute: sono andato a vivere da solo, ho fondato insieme a dei miei amici un’associazione per insegnare ai bambini, e sono arrivato a suonare dalle due alle quattro sere a settimana. Arrivato il covid, ho preso a due mani il coraggio per affrontare quello che era da sempre il mio sogno nel cassetto: imparare a scrivere musica per le colonne sonore. Ho imparato un po’ come usare il computer e come lavorare con l’orchestra, e nel 2022 mi sono infine iscritto al Conservatorio di Rovigo al master in musica applicata. E lì era bellissimo, perché potevo andare a fare le lezioni solo un giorno a settimana, e il resto del tempo rimandendo a Milano, studiando ma continuando a guadagnarmi da vivere come sempre. L’anno dopo ho deciso di andare in erasmus a Zurigo alla ZHdK, la scuola delle arti, ed eccomi qui, a lavorare tutto il giorno tutti i giorni a progetti sempre diversi.

E con lo studio della musica che tipo di rapporto hai?
Da piccolo per me era un fastidio, poi è diventato un piacere misto a estrema rigidità, trattando me stesso con severità e dandomi un certo senso di colpa. Con gli anni ho imparato ad essere più metodico e insieme ad essere più gentile con me stesso, e rispettare i miei ritmi e le mie fragilità. Ho anche imparato a trattare meglio il mio corpo ed ascoltarlo di più (molto importante, quando si tratta di un lavoro “fisico” come suonare.

Il mondo delle colonne sonore è ciò che vuoi fare nella vita? La colonna sonora del videogioco “Cerebral Surge” è parte di un percorso o un caso fortunato?
Cerebral Surge è frutto di una collaborazione con lo studio Octopus 8, con sede a Londra alla Brunel University. Lì io e un mio collega musicista siamo andati l’estate 2023 e abbiamo scritto la musica di sei videogiochi in due mesi: tre a testa. Un’esperienza meravigliosa e totalizzante. Lì ho capito che non mi sarei mai stancato di fare questo mestiere.

Riesci a fare musica anche sganciandoti da dinamiche di numeri e algoritmi?
Scrivendo musica per altri, ho il privilegio di non dovere il mio successo necessariamente alla promozione di me stesso e al successo che la mia musica, da sola, potrebbe avere sugli altri. Certo, fa piacere se la tua musica fa il botto su spotify, ma essendo musica per lo più strumentale, non è che te lo aspetti tanto. Inoltre, sto ancora studiando, per cui per ora non mi preoccupo tanto. Diciamo che nel mio ambiente è molto più importante essere conosciuto nell’ambiente ristretto del cinema/videogiochi o quello che è, piuttosto che essere conosciuti al grande pubblico.

Quali sono i tuoi piani per il resto del 2024?
Bella domanda. Spero di poter rimanere a studiare a Zurigo fino alla fine del 2025 ma non so ancora se me lo permetteranno. Se non rimarrò qui, probabilmente tornerò a Milano e comincerò la mia carriera nell’ambiente Romano/Milanese, prendendo contatti e cominciando a collaborare, sperando in un po’ di fortuna. Fatemi un in bocca al lupo!

#FacceCaso

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