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E mo chi si laurea? Italia (ancora) sotto la media

I dati arrivano dal rettore della Bocconi, Andrea Sironi. Una realtà sempre più cruda per noi studenti. Eppure una parte di me sogna ancora che la vit

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I dati arrivano dal rettore della Bocconi, Andrea Sironi. Una realtà sempre più cruda per noi studenti.

Eppure una parte di me sogna ancora che la vita di uno studente sia un po’ come quella del personaggio de “Il curioso caso di Benjamin Button”: iniziare tra gli affanni (come nella vecchiaia) e finire accoccolato come un bambino tra le braccia della mamma. Ah, se non hai visto il film te lo consiglio spassionatamente. Comunque, torniamo a noi.
La vita di uno studente italiano, invece, assomiglia più a questo: “nasci, cresci…soffri!”. L’ennesima testimonianza arriva dalle parole di un personaggio di spessore nel mondo universitario, cioè Andrea Sironi, rettore dell’Università Luigi Bocconi di Milano.
Durante la presentazione del nuovo anno accademico, il panorama descritto e presentato dalle ricerche di Sironi è bello quanto un lunedì mattina. E’ stato rilevato che si è verificato un calo del 21% delle iscrizioni all’università dal 2003 al 2014, poi che meno di 50 studenti su 100 proseguono gli studi dopo la Maturità (negli Usa li proseguono ben 80 su 100, per dire), poi che l’Italia è ancora una volta sotto la media, perchè il numero dei suoi laureati nella fascia d’età compresa tra i 30 e i 34 anni, nel 2013, era del 22,5% mentre in Europa era del 37,1%. Ah, poi è stato rilevato che sempre qui nello Stivale, sempre nel 2013, il numero dei laureati tra la popolazione attiva, ossia quella compresa tra i 25 e i 64 anni era del 16,3% mentre del 28,5% in Germania, del 32,1% in Francia e del 41,9% nel Regno Unito.
Altro? Certo. Pare che questa preoccupante situazione sia stata generata dalla crisi economica. Il rettore, infatti, ha regalato un esempio che ha il sapore di fotografia del momento: tra i giovani dei ceti meno abbienti, appena il 12,5% consegue la laurea. Insomma, tanta crisi = poche risorse = tanti problemi = zero possibilità di proseguire gli studi.

Rimanendo in tema di ‘possibilità’, Sironi ha messo poi in luce il fatto che, invece, il 40% dei ragazzi del ceto medio consegue l’anche detto ‘pezzo di carta’. La reazione personale della Bocconi a questa cruda realtà è stata immediata: l’Ateneo ha infatti deciso di aggiungere ben 5 milioni (passando così dagli attuali 25 a ben 30 entro il 2020) ai progetti per borse di studio ed agevolazioni allo studio per giovani in difficoltà.
Per il resto, però, l’Italia sembra ancora addormentata. Capisci perchè l’idea di un Benjamin Button non è poi così male? Perdonami, ma che fatica convivere con questa realtà.

Di _Riccardo Zianna_

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