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Disabili e non: una scuola aperta a tutti

Disabili e non: una scuola aperta a tutti

A Light in the Darkness, un progetto di Nafisa Baboo per promuovere un’istruzione inclusiva che coinvolge bambini disabili e non. Nel caso di specifi

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A Light in the Darkness, un progetto di Nafisa Baboo per promuovere un’istruzione inclusiva che coinvolge bambini disabili e non.

Nel caso di specifiche disabilità, bambini disabili e non frequentano scuole distinte, ognuno in base alle proprie condizioni fisiche. Ma perché deve essere per forza cosi?

A Light in the Darkness

Questa distinzione è proprio ciò che vuole modificare Nafisa Baboo, del Sudafrica, consulente per l’istruzione inclusiva per Light for the world. Essa stessa, come lo furono anche il padre ed il fratello, è disabile perché cieca, ed ispirandosi proprio alla sua esperienza, ha deciso di lavorare per A light in the darknessad Addis Abeba (Etiopia), un progetto finanziato dall’European Journalism Centre (EJc), tramite l’Innovation in Development Reporting Grant Programme.

Dati specifici

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), nel mondo il 15 % della popolazione vive con qualche forma di disabilità. I bambini sono circa 93 milioni e nei paesi non industrializzati 9 su 10 non frequentano la scuola a causa di barriere fisiche o comunicative, nell’indifferenza delle istituzioni.

Che valori!

Sulla base di questi dati e realtà, A Light in the darkness si pone l’obiettivo di promuovere un’istruzione inclusiva che, attraverso metodi innovativi di insegnamento, permetta a bambini con e senza disabilità di studiare nella stessa classe. In questo modo si fondano innanzitutto le basi per abbattere le discriminazioni profondamente radicate nella società. Ancor più importante, però, gli alunni non devono vivere quell’esperienza di esclusione e isolamento dalla famiglia, perché obbligate a frequentare scuole speciali lontano da casa, cosa che andava ad influenzare anche il modo con cui i bambini non vedenti imparavano e sentivano il loro ruolo nella società.

L’istruzione inclusiva è uno strumento per garantire una formazione di qualità a tutti i bambini. Così racconta N. Baboo: ”Il primo passo è individuare le basi che ostacolano l’apprendimento, ma bisogna anche fare in modo che i bambini con e senza disabilità possano imparare insieme nella stessa classe con metodi di insegnamento innovativi che possono essere adattati alle diverse necessità dei bambini. È fondamentale adattare il metodo ai bisogni del bambino”. I diversi metodi d’insegnamento inclusivo porta i bambini, qualsiasi sia la loro condizione fisica, a comunicare e crescere insieme e formare un forte senso di appartenenza, fino a raggiungere grandi benefici per l’apprendimento per ogni alunno, in particolare per gli alunni/e disabili/e. La forza sta proprio nelle diverse capacità di ognuno.  Purtroppo, la gente sbaglia spesso, escludendo le persone disabili, perché non vede in loro, compresi i bambini, alcun valore per la società, pensando che abbiano solo bisogno di aiuto.

 

Un investimento prezioso

Investire nei primi anni di un bambino è fondamentale, perché si ottengono risultati straordinari per il suo futuro. Grazie anche l’equa istruzione data ai bambini disabili si può dare un contributo alla povertà del Paese d’Etiopia e si garantisce che da adulti avranno un tenore di vita dignitoso.

 

Che ne pensate, giovany? Un’esperienza da ricalcare anche da noi?

#FacceCaso

Di Costanza Panti

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