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Unità cinofile nelle scuole per controlli antidroga

Irruzioni nelle aule, ritrovamenti di marijuana e un arresto di minore: scene da film nei licei bolognesi. È uno dei tentativi dello Stato di limitare

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Irruzioni nelle aule, ritrovamenti di marijuana e un arresto di minore: scene da film nei licei bolognesi. È uno dei tentativi dello Stato di limitare il traffico di droga tra i giovani.

Di Giulia Pezzullo

Liceali e cannetta nei bagni fumata di nascosto è un binomio vecchio di decenni. La domanda è: quanto siete d’accordo che giri droga nelle scuole? E ancora: quanto siete d’accordo che un cagnolone fiuti la marijuana e indichi ad un omone in divisa dove si trova? Di certo i ragazzi del collettivo degli studenti medi autorganizzati del liceo Laura Bassi non sono stato affatto felici di subire l’irruzione di alcuni agenti dell’unità cinofila di Bologna.

I carabinieri, un paio di giorni fa, sono entrati di colpo in un’aula dell’istituto chiedendo a tutti i presenti di sgomberare la stanza per un controllo antidroga di routine; infatti questo liceo bolognese, come tanti altri del territorio, è soggetto già da tempo ad alcuni accertamenti random sul possesso di stupefacenti nelle aule scolastiche al fine di evitare l’espansione del consumo di droghe tra i giovani. A denunciare quanto accaduto l’8 marzo sono state tre studentesse della classe 4^F del liceo Bassi che militano nel collettivo, postando su Facebook la loro descrizione dei fatti; il risentimento dei ragazzi sfiora la violazione personale e psicologica di uno spazio che dovrebbe essere tutelato tanto che nel post si può leggere quanto segue: “Gli agenti sono stati contestati e zittiti dagli alunni. Le scuole sono luoghi di formazione, non piazze di spaccio. Vogliamo una scuola dove l’ordine non è mantenuto con il terrore, vogliamo una scuola che insegna non che punisce”. Tutto sommato, in questo caso sono stati trovati solo 2 grammi di marijuana nascosti nei bagni da ignoti.

Questo non è accaduto al liceo Manzoni, dove un ragazzo di 17 anni è stato arrestato per possesso di 10 grammi di marjuana rinvenuti nel motorino parcheggiato davanti alla scuola, 100 grammi della stessa sostanza e 20 grammi di hashish pervenuti durante la perquisizione in casa. Alla luce di questi fatti (che, ripeto, non sono una novità: ricordiamo il caso del professore di Terni che vietò l’irruzione degli agenti in aula per un controllo antidroga nel marzo del 2014) molti genitori hanno alzato un polverone di polemiche contro quello che potrebbe essere definito un uso poco consono delle forze dell’ordine e delle unità cinofile. Ci si chiede, infatti, perché le scuole siano il primo step della lotta al traffico di droga; dopotutto, la città (Bologna come moltissime altre) pullula di sostanze stupefacenti ma apparentemente nessuno muove un dito. Sarà davvero così? Sicuramente alcuni esponenti politici non la pensano in questo modo. Il procuratore Valter Giovannini pertanto dichiara: “È sconcertante la reazione di qualche genitore al legittimo intervento dei carabinieri. In questa città trova ancora spazio l’arcaico convincimento che gli istituti scolastici godano di una sorta di extraterritorialità”. Questa tesi è avvallata, tuttavia, da altrettanti personaggi della vita politica bolognese, come il consigliere di Sinistra italiana Mirco Pieralisi che annuncia a mo’ di leitmotiv: “Via le divise, a cuccia i cani e fiato all’informazione”.

Un nuovo dibattito generazionale, questo, che vede opporsi non solo favorevoli e contrari all’uso di droghe, ma anche propositori di una nuova scuola contro idealisti della giustizia senza mezze misure. Possono dei controlli antidroga, condotti in luoghi dove i ragazzi hanno la capacità di procurarsi la marijuana, creare dei disagi legati all’apprendimento e alla crescita personale? Sembra che l’età sia un numero solo quando bisogna proteggere i bambinoni italiani e rimediare alle loro stupidate adolescenziali nel modo più silenzioso possibile. È bene che la scuola sia un mezzo di informazione, è bene che essa sia un ambiente protetto dove (forse) non è il caso di far irrompere cani e carabinieri nel bel mezzo delle lezioni, ma è decisamente necessario smetterla di credere che i ragazzi agiscano sempre senza cognizione di causa.

Di Giulia Pezzullo

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