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La descrizione di un attimo: Facebook al servizio dei non vedenti

La descrizione di un attimo: Facebook al servizio dei non vedenti

Grazie al supporto della tecnologia artificiale, potranno sentire la descrizione delle immagini postate sui social. Grande passo in avanti. Di Carolin

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Grazie al supporto della tecnologia artificiale, potranno sentire la descrizione delle immagini postate sui social. Grande passo in avanti.

Di Carolina Saputo

Sei a lavoro e ti stai annoiando, o sull’autobus in mezzo al traffico; prendi il telefono e, per passare il tempo, apri Facebook. Ora, immagina di non riuscire a vedere le foto postate, come reagiresti? Questa è la sensazione che provano ogni giorno migliaia di persone non vedenti, anche se ultimamente il grande social network sta tentando di eliminarla (e con ottimi risultati direi), con l’unico obiettivo di rendere più semplice e più accessibile la comunicazione per la sua fittissima e sterminata rete di utenti e anzi, con la possibilità di estenderla ancora di più. La nuova funzione prende il nome di Testo Automatico Alternativo, per ora è disponibile solo in inglese ma a breve verrà resa fruibile anche per tutte le altre lingue.

Il suo compito è davvero semplice: in poche parole si tratta di generare la descrizione di una fotografia nei minimi particolari, che vanno dalle condizioni climatiche all’ambiente, sfruttando quindi non solo il riconoscimento di persone ma anche di oggetti. C’è da dire che il contenuto visivo condiviso su un social network della portata di Facebook costituisce una forma importante di espressione, di partecipazione con gli altri e di approvazione; per le persone non vedenti quindi le immagini significano, almeno fino a poco tempo fa, un grosso ostacolo, un limite socio-culturale apparentemente impossibile da superare ma che, ancora una volta grazie alla tecnologia, è possibile abbattere.

Il video che mostra alcune persone non vedenti usare questa nuova funzione è a dir poco stupefacente; la gioia e il sorriso semplice e spontaneo lasciano posto ad un’unica frase: “Now I can see”.

Di Carolina Saputo

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