Metti un solido gruppo di professori universitari, studenti e professionisti, tutti provenienti dalla facoltà di ingegneria e con esperienze pregresse
Metti un solido gruppo di professori universitari, studenti e professionisti, tutti provenienti dalla facoltà di ingegneria e con esperienze pregresse di volontariato insieme, con l’unico scopo di formare una Onlus; il risultato che otterrai è a dir poco straordinario.
Di Carolina Saputo
Se ti chiedessi di pensare al mondo dell’ingegneria, quali sarebbero le prime cose a venirti in mente? Razionalità, pragmatismo, probabilmente, stabilità; e se tutte queste utilissime caratteristiche si mescolassero con la solidarietà verso l’altro, con l’imperturbabile e a volte illusionistica voglia di cambiare il mondo? Quello che ne può venir fuori è un risultato a dir poco fuori dal comune e noi te lo stiamo raccontando.
“Correva l’anno 2004”, quando un insolito gruppo di impavidi ingegneri all’interno del Politecnico di Milano (dai professori, ai semplici studenti, agli ormai già affermati professionisti) decidevano di dare vita ad una nuova e stimolante avventura che prende tuttora il nome di Ingegneria Senza Frontiere-Milano. La Razionalità quindi, conquistata in tanti anni di studio e di carriera, inizia a fare spazio all’ altruismo, alla voglia e alla speranza di scorgere un rapido sorriso nel viso di chi mostra già i segni di una spassionata riconoscenza, alla forse temeraria e a volte sprovveduta illusione che da qui si possa iniziare pian piano a cambiare le regole di un universo ormai fin troppo spietato.
Rimane una constatazione di fatto che fin dalla sua nascita, Ingegneri Senza Frontiere-Milano abbia perseguito la sola finalità di diffondere uno sviluppo sostenibile con il supporto di tecnologie adeguate (e perciò l’attività ingegneristica è proprio il punto di forza che li distingue da altre associazioni); una perfetta e inimitabile mistione tra collaborazione, adeguati strumenti e soprattutto competenze: è questa quindi la formula che ha permesso alla Onlus (entrata nel mondo quasi di soppiatto, in punta di piedi) di specializzarsi nella creazione di imprese sociali, di cui un esempio pratico è l’attuale progetto “SCATENIAMOCI”, dedicato al miglioramento delle condizioni di vita e delle opportunità di reinserimento per i detenuti di ben tre carceri del Camerun.
Aiuto e partecipazione quindi, per scorgere i primi segnali di un cambiamento sia nella forma delle nuove strutture che si erigono altezzose nei villaggi, così come negli animi delle persone.
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