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Torino premia l’impegno

La tradizionale cerimonia alla Cavallerizza Reale ha visto premiati 112 studenti universitari meritevoli. Di Giulia Pezzullo Se sei uno studente unive

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La tradizionale cerimonia alla Cavallerizza Reale ha visto premiati 112 studenti universitari meritevoli.

Di Giulia Pezzullo

Se sei uno studente universitario, sai cosa significa patire le fatiche di Ercole. Notti insonni, alzatacce, litri di caffè bevuti per tenere alta la concentrazione e milioni di pagine evidenziate con metodi improbabili per cercare di memorizzare i concetti. Per arrivare alla meta servono costanza, forza d’animo e un pizzico di soddisfazione personale. Sappiamo che non si può fare affidamento sui professori: se possono annientare quella briciola di fiducia che hai, la inceneriscono in due mosse. La famiglia, invece, ci sostiene e ci riempie d’amore costantemente: nonna ci prepara le lasagne domenicali e mamma cerca di abbracciarci in ogni momento della giornata. Tuttavia, i parenti non capiscono a fondo cosa possa significare ricoprire lo status di ‘studente universitario’.

Gli amici e i compagni di corso superano questo livello e comprendono il nostro malessere psicologico nell’affrontare esami pesanti e giornate lunghe in facoltà; immancabili compagni di bevute e aperitivi, sono queste le persone che maggiormente sentiamo vicine nella condivisione di un male comune. Alla luce dei fatti, però, non c’è ombra di soddisfazione personale fino alla conquista della tanto sudata laurea, che regala nuova vita a tutti gli studenti. Se a questo aggiungiamo un riconoscimento ufficiale della propria Università, a cui partecipano genitori, amici e parenti, il livello di autostima cresce a dismisura creando un sentimento di orgoglio nel cuore degli universitari.

È il caso dei migliori studenti dell’Università di Torino che dal 1993 sono premiati con una cerimonia pubblica nell’aula magna della Cavallerizza Reale, durante la quale il Rettore consegna un premio ai vincitori. Quest’anno la cerimonia si è svolta venerdì 6 maggio e ha visto coinvolti 84 tesisti e 28 borsisti; il Rettore Gianmaria Ajani ha affermato: “Questa è una tradizione. Una commissione apposita, nominata per ciascun corso di laurea, ha esaminato le tesi dell’anno accademico e ha scelto quelle meritevoli”. Il premio consiste nella consegna di una pergamena e di una medaglia in argento forgiata con le stesse effigi dell’importante distintivo studentesco nato nel 1791 della Regia Università di Torino. C’è da sottolineare che dei 112 ragazzi premiati (tra tesisti e borsisti) ben 69 sono donne, tutte già lavoratrici o dottorande. I corsi più premiati sono stati quelli di Studi Umanistici, di Management e di Lingue, seguiti da Scienze della vita e da Biologia; gli argomenti delle tesi scelte, inoltre, riguardano i temi più disparati: si va da studi sulle disuguaglianze nei quartieri torinesi a Marcello Mastroianni a uno studio sulla psicologia dei terroristi suicidi. L’aula dove si è svolta la cerimonia era piena di persone, volti amici e familiari a sostegno degli studenti premiati riempiti di orgoglio da questo riconoscimento. Il Rettore si è detto contento di venire a conoscenza del fatto che quasi tutti i ragazzi selezionati lavorano o proseguono gli studi di dottorato; ha poi aggiunto: “Queste sono le eccellenze del nostro corpo studentesco, ma i numeri ci confortano anche sulla media generale. Studiare da noi serve”. Infatti, secondo gli ultimi dati di Almalaurea, l’Università di Torino è tra i primi posti come tempistiche di attesa tra la laurea e l’inizio dell’impiego; pertanto, chi si laurea in questo Ateneo non aspetta molto prima di ottenere un lavoro.

È la grande sfida del mondo universitario, quella di preparare i ragazzi in modo serio e approfondito per proseguire una vita fatta di successi. In Italia, trovare un lavoro non è uno scherzo ma non è nemmeno impossibile: l’impegno paga sempre, e questa cerimonia lo dimostra. Il fatto più importante trapelato da questo evento è stato proprio il rendersi conto che chi riesce a distinguersi, ce la fa; questi ragazzi hanno dato tanto, hanno studiato, hanno raggiunto la laurea e ora lavorano. Sono giovani, siamo giovani, possiamo farlo e lo faremo.

Di Giulia Pezzullo

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