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Confermate le condanne per il crollo della Casa dello Studente

Quattro i condannati per i fatti del terremoto dell'Aquila. Giustizia è stata fatta anche se il rammarico è infinito. Giustizia. E' di poche ore fa la

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Quattro i condannati per i fatti del terremoto dell’Aquila. Giustizia è stata fatta anche se il rammarico è infinito.

Giustizia. E’ di poche ore fa la sentenza della 4/a corte di Cassazione che ha confermato le quattro condanne di primo grado relative al terremoto avvenuto il 6 aprile 2009 a L’Aquila provocando la morte di 309 persone e che portò al crollo della Casa dello Studente, dove persero la vita otto ragazzi. Le condanne sono di quattro anni per i tecnici Tancredi Rossicone, Pietro Centofanti e Bernardino Pace, responsabili della ristrutturazione del palazzo nel 2000, e di due anni e mezzo per colui che aveva la competenza del controllo nonché tecnico dell’Azienda per il diritto allo studio universitario, Pietro Sebastiani. E’ di pochi giorni fa il decesso di Claudio Botta, novantacinquenne che aveva progettato la struttura, uscito dal processo per via della sua malattia. Confermate quindi le accuse di disastro colposo, lesioni colpose ed omicidio colposo. Tutto ciò era prevedibile, come ha sostenuto il giudice di primo grado nelle motivazioni della sentenza. Anche le provvisionali dei risarcimenti nei confronti delle parti civili sono state confermate, che però hanno annunciato che si muoveranno contro la Regione Abruzzo e l’Adsu, proprietario dell’ex Casa dello Studente, in quanto gli imputati non possono pagare avendo venduto i beni.

terremoto l'aquila

La notizia è stata accolta, come raccontano, dalle lacrime dei parenti delle vittime e, aggiungo io, da parte di tutti i cittadini aquilani. “Questo non cambierà la mia vita ma forse lo farà in maniera parziale con quella dei condannati”, è il pensiero di una zia che ha perso suo nipote in quella tragica notte.

20100405-L'AQUILA-HUM- UN ANNO FA IL TERREMOTO, L'AQUILA RICORDA LE SUE VITTIME. Alcune persone si fermano davanti la casa dello studente a L'Aquila, oggi 5 aprile 2010. ANSA / ETTORE FERRARI / FRR DC

“Resta l’amaro in bocca perchè queste vite potevano essere salvate. Speriamo che questa vicenda insegni a fare le cose con più serietà, anche se non sono fiduciosa per il futuro in quanto sento ancora parlare di scuole che crollano”. Se è stato frutto di errori di valutazione o di incompetenza non è compito mio dirlo ma un senso di frustrazione e di rabbia ancora è molto forte, anche a sette anni di distanza, pensando che tutto questo poteva essere evitato.

Non è semplice banalità: purtroppo per chi ha visto quel luogo pieno di arte e cultura passare dall’essere un centro vivo a città fantasma è un colpo al cuore. Ho esordito con il termine giustizia, non convinto che fosse il termine  più appropriato. Ma è un punto di partenza.

Di Lorenzo Santucci

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