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Elezioni e studenti a casa: c’è una soluzione alternativa al seggio nelle scuole?

Uno dei posti dove la gente si riversa maggiormente a votare sono le scuole: ma tutto questo genera malcontento tra gli addetti ai lavori, che si lame

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Uno dei posti dove la gente si riversa maggiormente a votare sono le scuole: ma tutto questo genera malcontento tra gli addetti ai lavori, che si lamentano per una perdita di lezioni inutile.

Fra poco più di una settimana, per chi non lo sapesse, si andrà a votare per le elezioni comunali. Tra certezze ed indecisioni, molti italiani (si spera) usciranno di casa domenica 5 giugno per andare al seggio elettorale di appartenenza. La maggior parte delle volte però la cabina elettorale è situata nelle aule delle scuole, che rimangono per ovvi motivi chiuse.

Per la felicità degli studenti, quest’anno l’ultimo ponte previsto prevede ben cinque giorni: da giovedì 2 giugno a martedì 7.

Ma, in realtà, non ci sarebbe proprio da festeggiare: essendo ormai prossima alla chiusura, per chi volesse recuperare quelle materie che risultano ancora essere insufficienti, non ci sarà più tempo per metterci una toppa.

Tra vacanze di Natale e Pasqua estremamente lunghe, referendum sulle trivelle e ponti vari, questi cinque giorni di vacanza (perchè di questo si tratta per gli studenti) non sono assolutamente una mano santa. Le scuole coinvolte saranno migliaia e molte nelle maggiori piazze italiane, come Roma, Milano, Torino, Napoli, Bologna, Cagliari e Trieste. Non solo, fra pochi giorni poi inizieranno gli esami di Stato di terza media e maturità (ah, colgo l’occasione per farvi il più grosso in bocca al lupo!) e per tutta l’estate proseguiranno i concorsi a cattedra. Insomma, è tutto un gioco ad incastro. Sembra ormai che si sia arrivati a programmare le interrogazioni in base alle decisioni politiche. Scherzo ovviamente. Però un fondo di verità esiste: ha ancora senso far votare all’interno delle scuole?

È una domanda che si stanno ponendo tanti addetti ai lavori e che si dovrebbero porre anche un po’ ai piani alti della nostra società: capisco perfettamente che la scuola sia un posto perfetto dove allestire delle cabine elettorali, ma ci sono tanti posti (penso ai teatri, soprattutto quelli abbandonati) che potrebbero essere sfruttati.

Questa ovviamente non deve essere una scusa per chi non riesce alla fine a recuperare una materia, però privare di giorni preziosi uno studente che magari ci sta mettendo tanto impegno da tempo mi sembra un’ingiustizia. Anche perchè poi il rischio che si corre è che alcune scuole aprano di 2 giugno per recuperare il tempo perso: utopia?

Chiedete ad alcune scuole piemontesi.

Di Lorenzo Santucci

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