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Riti di benvenuto: tra sangue e maschere

Continuano le indagini al Collegio Borromeo. I magistrati hanno interrogato alcuni studenti: ciò che è emerso sfiora l'assurdo. "Ma lei si rende conto

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Continuano le indagini al Collegio Borromeo. I magistrati hanno interrogato alcuni studenti: ciò che è emerso sfiora l’assurdo.

Ma lei si rende conto che stiamo parlando di studenti universitari con un curriculum eccezionale? Sono candidati a rappresentare l’eccellenza di questo Paese e si lasciano andare a simili comportamenti“. Queste sono le parole di sdegno di Vitaliano Borromeo ad un giornalista del Corriere della Sera; chi parla è il principe della casata Borromeo da poco diventato patrono del collegio omonimo che negli ultimi giorni si è trovato nell’occhio del ciclone.

Come abbiamo riportato qualche giorno fa, cinque studenti dell’istituto sono stati denunciati e espulsi o sospesi per via di accuse pesanti ai danni delle nuove matricole: sequestro di persona e violenza. All’intero dell’importante polo di merito, nato nel 1561, vive infatti la tradizione di dare il benvenuto ai nuovi iscritti tramite il rito della Matricolatio: i malcapitati, all’inizio dell’anno accademico, sono costretti a subire violenze e vessazioni e devono sottostare ad una fitta gerarchia. Dopo le recenti denunce, gli inquirenti hanno deciso di ascoltare le testimonianze di una decina di studenti per capire bene cosa accade in questo collegio degli orrori.

Molti tra gli interrogati hanno parlato della caccia al tesoro di benvenuto. Una ragazza ha detto: “Le iniziative erano collocate in quattro stanze. La prima aveva il tema di Alice nel paese delle meraviglie, la seconda era a tema anni ’90, la terza aveva il tema dell’inferno“. Il racconto è ricco di dettagli sulle attività da svolgere durante il rito e fanno riferimento a percorsi ad ostacoli, ricerca di oggetti nascosti o gare di acconciature. Poi, però, un altro ragazzo ha aggiunto: “Il tema della quarta stanza era il mattatoio. Oltre all’ambientazione e alla luce rossa, era la musica che contribuiva a creare una situazione alienante. Ricordo di aver visto delle teste di maiale“. La stanza 65 viene ricordata dai ragazzi come tetra e agghiacciante, dove gli organizzatori mezzi nudi avevano il viso coperto da maschere e dove si potevano vedere brandelli di carne e sangue sulle pareti.

Prima di entrare, le matricole venivano spogliate per evitare di sporcare i vestiti e poi costrette a gattonare o strisciare su un pavimento sporco, colpiti ogni tanto da ossa di maiale. Le ragazze, inoltre, dovevano intrattenersi con uno studente completamente nudo nascosto dietro ad una rete di materasso, accarezzandolo. Questa esperienza aveva già destato il fastidio di alcuni giovani che avevano scritto una lettera al partono Borromeo. Lui, esposto in prima persona dopo le spiacevoli rivelazioni, ha affermato la sua volontà di mettere fine alla goliardia del collegio: “Sono d’accordo con il professore Dario Velo, presidente del consiglio d’amministrazione: nel 2016 riti e pratiche basati sulla prevaricazione non sono accettabili“.

D’altra parte, alcuni studenti del Borromeo hanno sottolineato che non si può parlare propriamente di violenza in quanto le attività che hanno dovuto svolgere erano solo “strisciare un po’ e stare in ginocchio“, oltre che portare il caffè ai più anziani nella scala gerarchica. Tutto sommato, la polizia che sta indagando sui fatti vuole approfondire alcuni eventi che i ragazzi dovrebbero denunciare in quanto consistono di reati penali. Eppure, nonostante da gennaio i ragazzi abbiano firmato una lettera in cui affermavano di porre fine a tutte queste angherie, alcuni studenti hanno ricevuto chiamate di minaccia da un anonimo che li ha freddati con un “Tu parli troppo“.

Di Giulia Pezzullo

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