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Falsi miti e luoghi comuni estivi: sfatiamone alcuni

Falsi miti e luoghi comuni estivi: sfatiamone alcuni

Dalla puntura delle meduse alle tre ore di digestione l'estate è inondata di falsi miti e dicerie ripetute come dei mantra, ma del tutto infondate. I

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Dalla puntura delle meduse alle tre ore di digestione l’estate è inondata di falsi miti e dicerie ripetute come dei mantra, ma del tutto infondate.

I falsi miti non conoscono invecchiamento. Si tramandano quasi meccanicamente. E ce ne sono per tutte le stagioni. Sfatarli è prima di tutto una battaglia di civiltà. Specie se queste sono servite al solo scopo di imbrigliare l’esuberanza dei bambini o per cercare, senza alcun successo, di alleviare del dolore. Considerando il periodo, nelle prossime righe verranno smascherate alcune bufale tipicamente “estive“.

La crema solare.

Il problema delle scottature è comune a tre quarti della popolazione terrestre. Si salva (anche se non del tutto) solo chi ha la pelle color ebano. Tutte le altre sfumature, dal “sapor mediorentale“, di cui cantava la Nannini, al bianco cadaverico dei figli di Odino e Thor, sono a rischio ustione. Chi più, chi meno. Ma una volta abbronzati è necessario continuare a mettersi la crema protettiva?

E qui il primo luogo comune da sfatare. Sì, è necessario. La melanina, cioè la sostanza che inscurisce la pelle dando la “tintarella”, protegge dalle scottature, ma non dalle radiazioni solari (i raggi UV). E proprio queste ultime sono il vero pericolo dell’eccessiva esposizione al sole. Si può abbassare la gradazione, passando via via da una 50+ a una 20 o 15. Magari si può anche ridurre la quantità di applicazione, ma smetterne totalmente l’utilizzo può essere dannoso per la salute.

Punture di meduse e tracine.

Tra i falsi miti più disgustosi c’è sicuramente quello sui trattamenti per le punture di alcuni animali marini. Le meduse soprattutto. Per qualche illogico motivo ha preso piede negli anni la diceria che l’urina possa alleviare il dolore urticante della puntura di medusa. Niente di più falso. Fare pipì sulla pelle bruciata dal contatto con i tentacoli è perfettamente inutile. Oltre che di pessimo gusto.

Per quanto rigurada le tracine, invece, è vero che il calore aiuta ad espellere il veleno iniettato dalla puntura. Non è però necessario ustionarsi con l’acqua bollente. Basta coprire la parte interessata con della sabbia calda. L’importante è sincerarsi che l’aculeo del pesce non si sia spezzato, rimanendo infilato sotto la pelle. In quel caso è bene rimuoverlo subito.

Le zanzare.

Non c’è ancora una spiegazione razionalmente accettata dal comune buon senso che ne giustifichi l’esistenza. Eppure loro sono tra noi e non ci si può far nulla. Le zanzare pungono e continueranno a farlo. Ma non solo “chi ha il sangue dolce.

Questa è probabilmente la seconda leggenda metropolitana a tema estivo più diffusa  (la prima è quella che leggerete nel prossimo punto). Sì, le zanzare sono effettivamente più attratte da alcune persone rispetto ad altre. Ma non c’entra nulla il sapore del sangue. I fattori sono tutt’altri. E decisamente più validi scientificamente. Come i batteri della pelle, ad esempio. Oppure il peso di un individuo: chi è sovrappeso produce, infatti, maggiore anidride carbonica e questa pare essere un gas “attraente” per le fastidiosissime amiche ronzanti. Un’altra discriminante è il gruppo sanguigno: le zanzare sembrano preferire il gruppo 0.

Le 3 ore di digestione

Alzi la mano chi da piccolo non si è sentito dire almeno una volta “Non puoi farti il bagno! Devi aspettare almeno tre ore!“. Una frase che rappresenta probabilmente il più famoso tra tutti i falsi miti dell’estate. Generazioni intere di bambini costretti a restare sotto l’ombrellone tra l’1 e le 4 di pomeriggio in attesa di digerire a dir tanto due panini, una fetta di pizza e, per i pochi che non facevano troppe storie per mangiarla, qualche pezzo di frutta.

Un’esagerazione ai limiti dell’assurdo. Tanto per gli adulti, quanto per i più piccoli. Nemmeno ci si fosse alzati da un banchetto nuziale servirebbe tutto quel tempo prima di farsi un bagno. La verità è che la congestione è abbastanza sopravvalutata come fattore di rischio. Molto dipende dalla temperatura dell’acqua e dalla quantità di cibo ingerito. Ma bisogna tener presente che a nessuno verrebbe in mente di gettarsi nell’oceano artico dopo aver divorato quattro portate di lasagne e un paio di bistecche.

#FacceCaso

Di Tommaso Fefè

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