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Garanzia giovani, il progetto dell’UE per combattere la disoccupazione giovanile

Garanzia giovani, il progetto dell’UE per combattere la disoccupazione giovanile

Orientamento, istruzione, formazione e inserimento al lavoro. Di Stefano Di Foggia Il tasso di disoccupazione dei giovani tra i 15 e i 24 anni è preoc

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Orientamento, istruzione, formazione e inserimento al lavoro.

Di Stefano Di Foggia

Il tasso di disoccupazione dei giovani tra i 15 e i 24 anni è preoccupante, così l’Unione Europea ha messo in campo uno strumento per combattere il fenomeno.
Il progetto si chiama “Garanzia Giovani” (ve ne avevamo parlato) e mira a sostenere attraverso attività di orientamento, istruzione, formazione e inserimento nel lavoro i ragazzi che non sono impegnati né in un percorso formativo né in un’attività lavorativa.

Tramite Garanzia Giovani, l’UE finanzia tirocini della durata di 3 o 6 mesi all’interno di varie realtà lavorative.

A Forlì, ad esempio, sono stati svolti un centinaio di tirocini presso associati Cna. Al termine del periodo, il 52% dei partecipanti ha ottenuto un contratto di lavoro. Di questi la maggior parte sono di apprendistato ma anche a tempo indeterminato e a tempo determinato. Monica Sartini, presidente del Cna Forlì-Cesena, ha commentato: “Un’inversione di marcia rispetto agli ultimi anni, in cui si era visto un calo dei contratti. Per noi e per i nostri associati questi dati rappresentano un successo in quanto riteniamo che sia importante evitare la dispersione dei giovani che decidono di non proseguire gli studi”. Le figure lavorative maggiormente richieste in questo settore sono stati i profili di tipo amministrativo-segretariale, disegnatori meccanici, analisti programmatori, operatori meccanici e carpentieri.

Alice Rossi, assunta dal Cepi grazie al programma, ha detto: “Il tirocinio consente di farti conoscere dall’azienda e, a prescindere dal fatto che poi sono stata assunta, è un esperienza che rifarei. È un lavoro impegnativo e per le 40 ore settimanali la retribuzione non è altissima ma lo sforzo è comunque ben ripagato. Credo che sia un valido strumento di inserimento nel mondo del lavoro”.

I soldi stanziati per coprire un terzo delle retribuzioni sembrano però essere già finiti, una notizia che preoccupa. Il direttor del centro professionale Don Bosco di Forlì ha così commentato: “Ci auguriamo che sia uno stop momentaneo in quanto ritengo che sia un’opportunità molto valida per indirizzare i giovani verso un tipo di lavoro concreto. Noi, come centro di formazione, organizziamo tirocini con diverse aziende del territorio e numerosi sono i ragazzi che vengono poi assunti tramite un regolare contratto di lavoro”.

Di Stefano Di Foggia

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