Nella moschea di via Genova si parla di integrazione e futuro. Di Stefano Di Foggia La moschea Mohammed VI, intitolata al re del Marocco, si trova in
Nella moschea di via Genova si parla di integrazione e futuro.
Di Stefano Di Foggia
La moschea Mohammed VI, intitolata al re del Marocco, si trova in via Genova 268 a Torino. Un luogo sorto da poco che però in breve tempo ha raccolto una comunità viva e partecipe.
L’Iftar, l’interruzione del digiuno, uno dei momenti più importanti del Ramadan, è stato preceduto da un dialogo con il direttore della Stampa, Maurizio Molinari che è stato invitato dai responsabili del centro islamico appartenente alla Federazione Islamica del Piemonte, per parlare e scambiare opinioni con la comunità ed in particolare con i giovani che frequentano la moschea.
Tra i ragazzi, Gufren, maturanda al liceo scientifico, ha invitato i giovani musulmani a farsi parte attiva nelle scuole “per spiegare aspetti culturali e religiosi, per far capire che i pensieri negativi sull’Islam di certi compagni, derivano solo dall’ignoranza” e ha aggiunto, “anche una chiacchierata in corridoio durante l’intervallo può servire”.
Walid, invece, è uno studente di Tecnologie alimentari e insieme ai suoi compagni Amina, Assia e Hamid, ha raccontato al direttore dell’impegno dei giovani “per costruire un modello di Islam ‘made in Italy’ “.
Maurizio Molinari, alla fine dell’incontro, ha detto: “Essere qui con voi è importante perché il mese di Ramadan è importante. Appartiene a tutti i musulmani che vivono a Torino e quindi appartiene anche a tutti coloro che vivono a Torino. Dobbiamo essere grati alle comunità che compongono il tessuto di questa città perché ne arricchiscono il patrimonio culturale. Più il dialogo è vivace, più ogni persona si arricchisce. La Stampa desidera aprirsi alle vostre storie, agli aspetti della realtà che ritiene di interesse collettivo: il ruolo del giornale in questo tempo non è solo di informare e ospitare opinioni, ma anche di conversare e saper ascoltare identità diverse. Ci sono persone che vogliono essere italiane, sono gli italiani per scelta. Chi accoglie e chi arriva ha la responsabilità di contribuire alla crescita del Paese, rispettandone leggi e la Costituzione. La sfida è l’incrocio delle responsabilità”.
Parole importanti che sono state molto apprezzate da una comunità che mira fortemente all’integrazione.
COMMENTS