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L’Università Lateranense accoglie 20 studenti in fuga da Paesi in guerra

L’Università Lateranense accoglie 20 studenti in fuga da Paesi in guerra

Parte l'accordo tra Pontificia Università Lateranense e Ministero dell'Interno per permettere ai ragazzi rifugiati di guerra di continuare gli studi a

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Parte l’accordo tra Pontificia Università Lateranense e Ministero dell’Interno per permettere ai ragazzi rifugiati di guerra di continuare gli studi accademici.

Questi tempi sono tristemente noti come gli anni della Terza Guerra Mondiale, un conflitto che si è espanso a macchia d’olio mietendo vittime senza tregua. Non si fanno distinzioni di età, sesso o nazionalità quando si parla di attacchi di terrorismo o di guerre aperte che dilaniano interi Stati. La situazione è devastante per tutti e lo è soprattutto per i ragazzi che vedono i loro sogni infrangersi in mille pezzi.

Gli studenti di Paesi in guerra, infatti, sono spesso costretti ad interrompere i loro studi per scappare da situazioni tragiche che mettono a repentaglio la loro vita. Un giovane che non può costruirsi un futuro è una persona a cui viene tolta la possibilità di crescere e dare un contributo positivo all’umanità. Il tema dell’immigrazione è assolutamente sulla cresta dell’onda in ogni Paese che attua politiche di accoglienza e integrazione. Ma chi pensa agli studenti?

Tra qualche giorno, precisamente

il 19 luglio, la Pontificia Università Lateranense stringerà una collaborazione con il Ministero dell’Interno per dare la possibilità a 20 studenti di Siria, Iraq ed Eritrea di seguire corsi di laurea e post-laurea

con l’aiuto dell’ateneo e dello Stato italiano. Il viceministro Filippo Bubbico e il rettore monsignor Enrico dal Covolo firmeranno un accordo che prevede la messa a disposizione di 12 borse di studio per costi di vitto e alloggio, la copertura di tutte le spese per 8 studenti, l’utilizzo gratuito dei servizi didattici e un budget annuale per un corso di italiano e per le spese ordinarie e straordinarie. Questi aiuti economici saranno di grande beneficio per i 20 ragazzi che potranno dedicarsi alle lezioni impartire dalla PUL senza nessuna preoccupazione.

L’iniziativa nasce anche dall’appello di Papa Francesco di aiutare i rifugiati di guerra e tutte le persone che arrivano nel nostro Paese con richieste di accoglienza. Investire sul futuro dei giovani è sempre un grande passo verso un mondo migliore capace di unire e non di separare.

La speranza non può che essere quella di allargare questo progetto anche ad altre università per aumentare il numero di ragazzi che potranno continuare a studiare, come è giusto che sia.

Di Giulia Pezzullo

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