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Brexit: cosa cambierà della Scuola e dell’Università

Brexit: cosa cambierà della Scuola e dell’Università

Quello della Brexit è un tema al centro dei più vivaci dibattiti, ma in tutto questo chiacchierare, cerchiamo di capire un po’ più da vicino i suoi ef

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Quello della Brexit è un tema al centro dei più vivaci dibattiti, ma in tutto questo chiacchierare, cerchiamo di capire un po’ più da vicino i suoi effetti su Università e Scuola.

Allarme Erasmus: Altre “vittime” degli effetti post-Brexit gli studenti e Università inglesi che rischiano di rimanere emarginati dai progetti Erasmus. A lanciare la notizia sono le pagine dell’Observer (il domenicale del Guardian) attraverso le preoccupazioni della responsabile del programma di interscambio degli studenti universitari europei, Ruth Sinclair-Jones: “nonostante non ci siano ancora conseguenze dirette, sul lungo periodo la situazione è del tutto incerta”.

Perdita di iscritti per le Università del Galles: Alcune fra le più note università gallesi registrano già un ingente taglio delle iscrizioni da parte degli studenti dell’Unione europea. Oltre cento i giovani che hanno già cancellato la preiscrizione per il corso di laurea che avrà inizio a settembre. Un duro colpo non solo per le tasche delle Università, ma anche per la loro nomea.

Questione di rette: Le varie facoltà del Regno Unito contano oramai circa 120.000 iscritti fra gli studenti europei, ricavandone tramite le rette un guadagno annuale che varia tra le 10.000 e le 15.000 sterline. Il crollo delle iscrizioni dunque, comporterebbe un deficit consistente nelle casse degli atenei, difficile da risanare.

Rischio stop ai finanziamenti per la ricerca: Altro fattore a rischio risulta essere il finanziamento dei fondi specifici dell’Unione Europea alle Università. Ancor prima del referendum il Presidente di Oxford, Lord Pattern, aveva infatti incoraggiato il corpo docenti e gli studenti a schierarsi a favore del Remain, facendo leva sul timore di perdere ingenti somme volte alla formazione e all’educazione degli studenti.

La “discriminazione” dei ricercatori inglesi”: Nel mirino anche alcuni ricercatori britannici, che la scorsa settimana hanno affermato di essere stati esclusi dai bandi europei e da cordate internazionali a causa del momento di forte cambiamento del Paese, dove risulterebbe ancora poco chiaro il loro ruolo.

La paura degli studenti stranieri: L’impatto sugli studenti e i loro conseguenti timori sono un altro dei fattori più allarmanti di questo “processo”. A cercare di tranquillizzare gli animi ci ha pensato Russel Hobby, presidente dell’associazione nazionale dei presidi, con la richiesta di una lettera ufficiale in cui venissero tranquillizzate le famiglie e bambini iscritti alle scuole primarie e secondarie, garantendo loro di poter mantenere i propri maestri, compagni e ambienti.

L’impatto sui più piccoli: Il settimanale d’informazione FirstNews, dedicato a ragazzi e bambini ha appena pubblicato una lista di domande e risposte con lo scopo di mostrare il referendum attraverso gli occhi delle nuove generazioni. Fra i vari dubbi quello motivato dal timore di perdere compagni e amici provenienti da altri paesi dell’Unione: “saranno costretti ad andarsene?”

Il silenzio del governo: Quelle che si sentono sono per lo più voci e ipotesi, ma ancora nessuna certezza neppure da parte del Ministro per la Brexit David Davis. Il futuro dipenderà dagli accordi, le regole, gli equilibri fra la Gran Bretagna e gli altri paesi europei e dalla capacità di ognuno di sapersi venire incontro.

Di Laura Messedaglia

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