Tempo di lettura: 3 Minuti

Chi trova una automobilista trova un tesoro: dedicato a chi viaggia in auto

Chi trova una automobilista trova un tesoro: dedicato a chi viaggia in auto

Che dire, MAI UNA GIOIA! La mia, è una famiglia un po’ particolare: da qualche anno a questa parte non siamo più grandi osservatori delle tradizioni.

Auto d’epoca elettrificate: una nuova, rivoluzionaria, ecologica, tendenza
Il mio assurdo viaggio in Islanda: tra carne di squalo e geyser impazziti! Pt.2
Arrivano i taxi volanti?

Che dire, MAI UNA GIOIA!

La mia, è una famiglia un po’ particolare: da qualche anno a questa parte non siamo più grandi osservatori delle tradizioni. Non cuciniamo pesce alla Vigilia, non facciamo sempre l’albero, e non facciamo i classici pranzoni di Pasqua.

Anzi, vi dirò di più: ho passato l’ultima Vigilia al ristorante con mia madre, mia nonna e mio fratello. E il cane. Il massimo della tristezza.

Ma, nonostante queste eresie, abbiamo un appuntamento fisso: il Ferragosto. Non importa dove sei, con chi sei, o cosa tu stia facendo. Cascasse il mondo, a Ferragosto devi essere in campagna dalla nonna. E per “Ferragosto” intendo la settimana precedente e successiva al 15. Troppo facile, sennò.

Per farvi capire, tornata dalla Croazia (il primo di agosto) decido di chiamare subito mia nonna: al terzo squillo risponde: “QUANDO VIENI?”

“Grazie nonna, sto bene, ho un po’ di influenza ma mi sono molto divertita!”

Insomma, se a Ferragosto non sei in campagna non meriti di far parte della famiglia.

Capirete dunque perché non ho esitato a fare le valige e a mettermi subito in macchina per la Toscana. Il tragitto è abbastanza lungo, la casa dista circa 320 km da Roma, di cui 250 di autostrada del sole. Non è proprio dietro l’angolo, ecco. Quindi l’unica soluzione per far passare più velocemente il tempo è quella di armarsi di buona musica, osservare i magnifici paesaggi intorno a me e condurre un approfondito studio antropologico.

È per questo motivo che oggi condividerò con voi il risultato di questo studio, facilmente sintetizzabile in 10 categorie: i diversi tipi di automobilisti (non uccidetemi, è un’altra top ten, lo so, giuro che è l’ultima).

Sono abbastanza sicura che vi ritroverete in almeno una delle seguenti, e in tal caso vi ringrazio, perché avete reso il mio viaggio più interessante.

  • 1. IL CAMPEGGIATORE

Che sia a bordo di un Camper o di una Station Wagon, il campeggiatore è inconfondibile: ha il portabici bello carico, dalle due alle cinque biciclette. Dal lunotto si intravedono potenziali tende-casa più grandi della mia camera da letto, fornelletti a gas in quantità industriale e rotoli di carta igienica bene in vista, segno dell’inequivocabile presenza di servizi igienici in comune.

  • 2. LO SBORONE

È la categoria che detesto di più in assoluto: a bordo di veicoli che dovrebbero richiedere una patente speciale, tipo suv Porsche/Audi q7/BMW x6 e chi più ne ha più ne metta, si sentono i padroni della strada. Oddio, un po’ lo sono, specie se stai guidando una Polo a benzina di cilindrata 1000 che ci mette un quarto d’ora per raggiungere i 100 ma vabbè. Anzi, più che padroni della strada sono i padroni della corsia di sorpasso. Se un attimino intralci il loro percorso e devono scendere dai 210km/h ai 180, ti si appiccicano dietro e provano a ingropparti, senza nemmeno darti due secondi per spostarti. Loro Roma-Firenze la fanno in quaranta minuti, altro che due ore.

  • 3. IL SOLITARIO

È la categoria in cui mi ritrovo di più. Io adoro guidare la macchina, quindi la prendo spesso e volentieri. Anche se sono sola. Il solitario, appunto, non ha passeggeri con sé: solo bagagli, tanta buona musica e tanto buon cuore. Il solitario sfrutta l’occasione del viaggio come momento di riflessione sui problemi esistenziali della vita. Praticamente si scaccola e basta. E quindi ti ritrovi a suonargli il clacson per circa tre minuti prima che si accorga che si sta muovendo al centro delle due corsie, o che stia sbandando verso la tua direzione.

  • 4. IL PORACCIO

Il poraccio prende l’autostrada, ma non sa se arriverà a destinazione. Si muove con un rottame di dubbia origine e provenienza, probabilmente di EURO -7 e che risulterebbe illegale in tutti e 5 i continenti. Dalla marmitta escono fumi tossici e cancerogeni, e che in quel tratto di A1 uccideranno il 70% della vegetazione circostante. Nel mio caso, mi è passata accanto una Renault Twingo rossa del 1990, tutta impolverata, dove sul lunotto c’era scritto con le dita: “FERRARI”. Ciao povery!

  • 5. IL NONNO

C’era una foto tempo fa che girava su internet, che recitava: “Sono l’incubo di ogni guidatore. Non supero i 30 km/h. Se mi suoni, freno. Se cerchi di superarmi, ti taglio la strada. Ti puoi incazzare, non me ne frega niente. Sono il vecchietto con il cappello”. Credo che non serva niente da aggiungere, se non che quando provi a superarlo, ovviamente si allarga verso la tua direzione rischiando un incidente epocale dove palesemente ti distruggeresti macchina e corpo mentre lui ne rimarrebbe illeso. E ti manderebbe pure a quel paese. Perdincibacco!

  • 6. IL CAMIONISTA

Parlo dei camionisti veri, quelli con le pin up ritratte sul retro del TIR, appese sullo specchietto e tatuate sul braccio. Se sei donna come me, non hai via di uscita. O ti fai l’autostrada a 50 km/h, o li superi. E se li superi, sei destinata a ricevere apprezzamenti galanti tramite clacson o una bella fischiata.

  • 7. IL PARTY-HARD

Forse dovrei dire “i” party hard, perché si muovono in gruppo. O meglio, non si muovono: la macchina è carica, il numero dei passeggeri si aggira intorno ai 7 e il numero di bagagli intorno ai 24. Anche se sei in autostrada senti vibrare le loro casse e vedi le loro braccia fare su e giù a ritmo di musica. Immancabili sono i cappelli di paglia, gli occhiali specchiati e le canottiere bianche.

  • 8. GLI STRANIERI

Per chi non fosse di zona, deve sapere che la Toscana è infestata di: Belgi, Tedeschi, Olandesi e Svizzeri. Per me son tutti uguali, li distinguo solo grazie alla sigla sulla targa dei loro macchinoni. Sono tutti alti, biondi, fisicati, con tanto di occhialetto sportivo. Hanno dietro la macchina il carrello al rimorchio, con sopra moto, moto d’acqua, quad, barche, barchette, e tutto ciò che comporta un’intensa (e costosa) attività sportiva. Se non fosse per loro, i paesini come quello in cui sto io andrebbero in miseria. Solo durante la stagione estiva, riescono a mandare avanti l’economia dei vari borghi e sobborghi. Grazie ragazzi, anzi, danke jungs!

  • 9. IL COATTO

È il più divertente: gira in decappottabile, rigorosamente decappottata, con degli occhiali da sole tamarrissimi, abbronzatura da fare invidia a Carlo Conti e i capelli al vento. Ovviamente con cinque strati di gel, così che in autostrada i capelli rimangano più immobili di uno stoccafisso. Geniale. E puntualmente è accompagnato da qualche ragazza di dubbia moralità e validità del permesso di soggiorno in evidente stato confusionale dovuto al forse troppo elevato livello di alcool e droga in circolo nel proprio corpo.

  • 10. IL VILLEGGIANTE

Il villeggiante (o meglio, i villeggianti, perché sono quasi sempre famiglie), in genere lo incontri in direzione Sud, e in particolar modo sulla Salerno-Reggio Calabria, però nel mio caso ho avuto la fortuna di intravederne qualcuno anche a salire. Vanno tutti in località marittime, villaggi o residenze estive che siano. Dal lunotto si intravedono ombrelloni, secchi e secchielli, sedie da mare, borse frigo e cocomeri. La loro autovettura lascia scie dall’odore di lasagne e melanzane alla parmigiana. Anzi, parmigiana di melanzane.
Una volta, quando ero piccola e stavo andando con i miei in Puglia, ovviamente bloccati sulla Salerno-Reggio Calabria, vidi in una macchina sepolto tra i bagagli un bimbo che teneva premuto contro il finestrino un cartello: “IO LO AVEVO DETTO DI PRENDERE L’AEREO!”.

Si conclude così il mio studio antropologico. Vi garantisco che se passato ad osservare e ad immaginare le storie delle persone, anche il viaggio più noioso può rivelarsi interessante. Specialmente quando ti ritrovi bloccata in mezzo al traffico e gli automobilisti che ti fanno compagnia diventano i tuoi migliori amici. Almeno questa, di gioia!

Di Elena Pesciarelli

COMMENTS

WORDPRESS: 0
DISQUS: 0