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Mestre: occhio alla spesa, salasso di 500 € a studente

Mestre: occhio alla spesa, salasso di 500 € a studente

Con l’inizio della scuola, al via anche le spese per le famiglie. Quest’anno solo per i libri si spenderanno in media 500 euro. #FacceCaso. A Mestre q

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Con l’inizio della scuola, al via anche le spese per le famiglie. Quest’anno solo per i libri si spenderanno in media 500 euro. #FacceCaso.

A Mestre quest’anno, tra libri e accessori per un figlio iscritto alle superiori, le famiglie sfioreranno i 500€ di spesa a studente solo per i libri. Senza contare poi gli accessori: diario, astuccio, quaderni, penne e per finire lo zaino, che può costare tra i 30 e i 50€.

Se ci si affida all’usato, le famiglie spenderanno in media 350€, vanno poi aggiunti i vocabolari (solo quello di greco arriva a costare anche 100€) e i manuali richiesti in alcuni istituti tecnici.

La spesa più impegnativa spetterà agli studenti che si iscriveranno al terzo anno (prima liceo) del Franchetti: 462,75 euro di libri. Al quinto anno dello Zuccante invece, si spenderanno “solo” 92,70 euro tutto compreso.

Rispetto allo scorso anno, i prezzi dei libri rimangono più o meno invariati, con un aumento che si aggira attorno all’1%. Generalmente la dotazione è composta da 15 libri con un prezzo fra i 20 e i 30 euro ciascuno.

Per ora l’unica scuola a sforare il budget del MIUR è la prima A del Bruno: 334€ contro i 320€ previsti dal Ministero. Al Franchetti 7 testi su 12 andranno necessariamente acquistati nuovi, il che riduce la possibilità di scambiare libri usati ed ovviamente di risparmiare, in alcuni casi, addirittura il 50% della spesa.

“In un mondo sempre più digitalizzato, il salasso non cambia” – commenta il presidente dell’Acido Carlo Garofolini “la scuola continua a rappresentare una spesa eccessiva per le famiglie. Bisognerebbe seguire l’esempio di quegli istituti che digitalizzano tutto e affidano agli studenti un tablet in comodato d’uso. C’è poi da dire che molte scuole aggirano il tetto di spesa massimo fissato dal Ministero inserendo nelle liste gli e-book, che costano meno del cartaceo ma che, in realtà, i professori non vogliono”. #FacceCaso.



Di Francesca Romana Veriani

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