Ecco un esempio di come possono essere trascorse le ore che precedono un esame, fra chi crede di sapere tutto e chi crede di non sapere niente. Il gio
Ecco un esempio di come possono essere trascorse le ore che precedono un esame, fra chi crede di sapere tutto e chi crede di non sapere niente.
Il giorno di un esame è spesso atteso con molto ansia. C’è chi si sente preparato, chi si sente sfortunato e chi invece cerca di non pensarci e si lascia guidare da quella che fra ragazzi si definisce “l’arte di imbastire”, che è sostanzialmente un rigirare la frittata quando ci vengono poste domande di cui si ignora, o quasi, la risposta.
Giunti davanti allo studio del professore che dovrà svolgere l’interrogazione si possono aprire due scenari. Vi è il caso in cui il docente è molto magnanimo ed ha suddiviso le prenotazioni in più giorni o in differenti orari della giornata, per evitare di creare folla e stress aggiuntivo causato dalla logorante attesa. Questa realtà però è molto remota e spesso ci si ritrova in decine di studenti in un corridoio ad aspettare il proprio turno. Le situazioni a questo punto possono essere varie.
- Se si è in gruppo con i propri compagni di corso, il tempo trascorre più velocemente e solitamente il più bravo aiuta gli altri un po’ sprovveduti, con mille fogli e fogliettini, facendo un breve riassunto dell’ultimo minuto.
- Se sei solo invece, il gioco è diverso. Spesso, quando l’ansia pre-esame si fa sentire sulle tue spalle, tendi a fraternizzare con chiunque abbia il tuo stesso destino. Cerchi di carpire informazioni da tutti coloro che hanno qualcosa di dire in merito a qualunque paragrafo di qualunque capitolo, perché tanto tu sicuramente, qualunque cosa stiano dicendo, non te la ricordi.
Ci sono quelli che sanno tutto e non vogliono essere disturbati con nessun tipo di domanda perché poi perdono la concentrazione. Ci sono invece quelli che aspettano che esca l’interrogato di turno per sapere ogni minimo dettaglio dell’esame e in sostanza gli fanno un altro esame quando esce. Alcuni passano il tempo a dire di non sapere nulla e poi prendono 30, a volte anche la lode, ma tu di questi non ti sei mai fidato. Può anche capitare di incontrare qualcuno che davvero non sappia nulla, e quindi ti rincuori un po’, ma non succede quasi mai perché di solito quello che non sa nulla e rincuora gli altri sei tu.
In tutta questa confusione sicuramente nel corridoio dove stai ci sono altri tre esami in corso con un sacco di altre persone e tu magari non sai neanche di cosa stanno parlando, però può capitare che t’appassioni talmente tanto alle vicende di quello vicino a te che a un certo punto non ti ricordi neanche tu esattamente che stai facendo lì però ti sembra di essere nel posto giusto.
Trascorse un po’ di ore torni in te solamente quando qualcuno, sicuramente più attento, ti si avvicina e ti dice: “Tocca a te.” A quel punto, come un soldato fedele alla patria, ti accingi valorosamente ad entrare in territorio nemico, ed a prescindere da quale sarà il risultato di questa battaglia, avrai combattuto con onore e sarai sicuramente più vicino alla tua meta.
E comunque c’è sempre il prossimo appello, no?
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