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Registro elettronico: il peggior nemico degli studenti è pieno di problemi!

Registro elettronico: il peggior nemico degli studenti è pieno di problemi!

Tutte le pecche che il registro elettronico porta con sé dentro le scuole creano disagi notevoli anche ad insegnanti e genitori. Super flop? Ricordo

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Tutte le pecche che il registro elettronico porta con sé dentro le scuole creano disagi notevoli anche ad insegnanti e genitori. Super flop?

Ricordo come fosse ieri il giorno in cui arrivò il registro elettronico nella mia classe. Frequentavo il mio terzo anno del Liceo Scientifico ma dal primo anno detestavo la matematica con tutta me stessa. Quando arrivò il registro elettronico mi prese un colpo.

  • Voleva dire che a partire da quel giorno mia madre avrebbe scoperto i miei “2” in matematica in tempo reale, senza neanche darmi il tempo per elaborare una scusa valida.
  • Voleva dire che non avrei mai più potuto saltare un’interrogazione.
  • Voleva dire che da quel giorno avrei cominciato ad odiare quel liceo più di ogni altra cosa al mondo.

Il registro elettronico, in realtà, non è stato un dramma solo per me e per i miei coetanei. Il registro elettronico porta con sé una lunga serie di problemi.

Dal 2012, anno in cui con legge fu imposto alle pubbliche amministrazioni di sostituire il cartaceo con l’elettronico, il provvedimento ha creato vantaggi ed altrettanti problemi. Si parte dalla dotazione informatica ed elettronica che scarseggia nelle scuole. Si arriva, infine, alle competenze spesso insufficienti del personale docente per gestire determinati strumenti.

Per non parlare poi dei problemi a livello di legge. Infatti,

tutto ciò che viene riportato dentro il registro elettronico è da considerarsi un atto pubblico.

Il problema nasce nel momento in cui un atto pubblico, per considerarsi tale necessita di una firma digitale, ma i registri elettronici presenti nelle scuole non rispettano questi parametri.

Altro problema abbastanza rilevante è quello legato alla privacy. I registri sono pieni di dati personali privati e le misure di sicurezza per salvaguardarli sono decisamente basse.

Possiamo concludere sostenendo che, a seguito del decreto sull’introduzione dei registri elettronici, si è provveduto a fornirne le scuole in modo veloce. Eppure, il Miur non ha provveduto altrettanto velocemente a fornire un piano per la cosiddetta “dematerializzazione”.

Pensaci. Con il tempo i nodi sono venuti al pettine anche dal punto di vista giuridico.

#FacceCaso

Di Chiara Zane

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