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I nostri voti a scuola? Sì, sono influenzati dal ritmo circadiano (aka dal sonno)

I nostri voti a scuola? Sì, sono influenzati dal ritmo circadiano (aka dal sonno)

Finalmente ci sono delle ricerche scientifiche che ci aiutano a capirlo. A portare avanti questa ricerca sul ritmo circadiano, è una giovane studente

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Finalmente ci sono delle ricerche scientifiche che ci aiutano a capirlo.

A portare avanti questa ricerca sul ritmo circadiano, è una giovane studentessa Trentina, Giulia Zerbini, che si è affidata ai mezzi dell’università olandese di Groningen.

Ma fondamentalmente che cos’è il ritmo circadiano?

Il ritmo circadiano, in cronobiologia è un ritmo caratterizzato da un periodo di circa 24 ore. Il termine “circadiano”, viene dal latino “circa diem” e significa appunto “intorno al giorno”. Esso dipende da un sistema endogeno, un complesso “orologio biologico interno” al quale l’organismo si mantiene sincronizzato con il ciclo naturale del giorno e della notte attraverso stimoli naturali come la luce solare e la temperatura ambientale, ma anche grazie a stimoli di natura sociale.

Alla base della ricerca della giovane trentina ci sono circa 40.000 voti raccolti durante un intero anno accademico, per capire realmente quale sia il migliore orario per essere produttivi e pronti, e quando affrontare un compito in classe senza dover essere ancora in preda al sonno.

L’effetto del cronotipo sui voti è evidenziato la mattina presto ma scompare nel primo pomeriggio: questo infatti avvalora la tesi di tutti coloro che hanno sempre avuto bisogno di più ore di sonno per essere più prolifici.

Sono le materie scientifiche, che a quanto pare hanno bisogno di più impegno, le più condizionate a livello di rendimento dall’orario.

Inoltre emerge che gli studenti che arrivano più tardi a scuola, perché non sono abituati a svegliarsi presto e che vanno a dormire tardi, sono spesso malati e il loro rendimento non è eccellente.

Iniziando a conoscere meglio il nostro orologio biologico potremmo diventare tutti più produttivi, riducendo così carichi di stress e disagi.

La giovane studiosa dice inoltre che: “Le scuole potrebbero iniziare anche più tardi ma c’è un grande dibattito al riguardo. C’è chi teme che se si iniziasse più tardi gli studenti andrebbero a dormire ancora dopo. Per questo motivo penso che educare studenti, genitori, insegnanti riguardo all’importanza del sonno sia fondamentale. Si dovrebbe fare informazione anche sugli effetti che la luce ha sul sonno, soprattutto quella emessa da cellulari, tv, iPad”.

Sempre in Olanda alcune scuole hanno posticipato di qualche ora l’entrata, ma hanno inserito anche degli orari flessibili tra la mattina e il pomeriggio.

La volontà di Giulia Zerbini è quella di rientrare in Italia per condividere quanto imparato e magari continuando a fare ricerca in questo campo, con la speranza che anche nel nostro Paese si cominci a pensare a certi temi.

#FacceCaso

Di Gianmarco Saulli

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