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Vacanza studio per l’ inglese? Certo che sì, ma da soli

Vacanza studio per l’ inglese? Certo che sì, ma da soli

Partire da soli per imparare l'inglese e tornare più ricchi di prima. Ho deciso di partire da sola per l’Irlanda quando nella mia scuola ci dissero c

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Partire da soli per imparare l’inglese e tornare più ricchi di prima.

Ho deciso di partire da sola per l’Irlanda quando nella mia scuola ci dissero che non avremmo più fatto inglese. Ci pensate? Nel 2012 c’era ancora una scuola in Italia che non contemplava l’inglese tra le materie del triennio. Per me non si poteva fare e chiesi ai miei di poter partire. L’otto giugno presi il mio primo volo da sola verso l’isola verde d’Europa per qualcosa che avrebbe segnato definitivamente la mia vita.

 

->Fare una vacanza studio è fondamentale

Ma non quelle organizzate fino all’ultimo dettaglio; quelle in cui è sicuro che il vostro vicino di letto è italiano. Quelle in cui si parte da soli e si vive da soli in una famiglia del posto. Anche quelle in cui vi danno i consigli su dove hanno la Guinness più buona o dove mangiare bene e spendere poco.

 

->Le classi internazionali sono un must

Il mio vicino di banco era tedesco e quello dietro veniva da Dubai ed eravamo tutti lì per uno scambio. Uno scambio di informazioni, di cultura, di vita. Ci raccontavamo, in un inglese un po’ affaticato, persino come si preparava il caffè nei nostri paesi.

 

->Partire è relativamente semplice

Basta cercare programmi che garantiscono l’internazionalità. Intercultura, per esempio, che vi permette di partire d’estate ma anche di stare via un anno. Poi ci sono i siti delle scuole, attraverso i quali potete prenotare anche l’accomodation e gli esami da fare all’estero. La mia scuola era il Centre of English Studies, nel cuore di Dublino, e dategli un’occhiata.

 

->Anche ambientarsi è semplice

Dopo il primo giorno o al massimo la prima settimana quel senso di smarrimento sparisce; a patto che mettiate tutto il vostro spirito di adattamento in ballo. Buttatevi nelle strade e anche nei supermercati per spremere fino all’ultima goccia lo stile di vita di uno straniero.
La lingua, poi, verrà da sé. Imparerete a non balbettare al ristorante e a chiacchierare tranquillamente anche in una lingua che non è la vostra. Partite, ragazzi, soprattutto da soli.

 

Fate tesoro di ciò che riportate indietro, un tesoro bello a cui ripensare tutte le volte in cui qualcuno vi parla in quella lingua che (si spera) avete imparato.

#FacceCaso

di Benedetta Erasmo

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