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Slang, linguaggio, dialetto: chiamalo come vuoi, noi ormai parliamo così!

Slang, linguaggio, dialetto: chiamalo come vuoi, noi ormai parliamo così!

Il linguaggio della Roma ventenne: da "piscia" a "Bufu": una piccola guida per non fraintendere. Oggi mi rivolgo ad una categoria un po’ diversa dal

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Il linguaggio della Roma ventenne: da “piscia” a “Bufu”: una piccola guida per non fraintendere.

Oggi mi rivolgo ad una categoria un po’ diversa dal solito: i non più teenager. Perché il linguaggio dei ragazzi cambia di settimana in settimana e ci sono delle espressioni che chi non ha dimestichezza con il mondo di oggi potrebbe non capire. Vi confesso anche che molte cose non le capisco nemmeno io e dall’alto dei miei ventidue anni potrei sembrare un po’ “vecchietta”. Ma quindi, come parlano i ragazzi di oggi a Roma?

 

  • Pe ll’aria: non sono nemmeno sicura che si scriva così, ma vuol dire essere relativamente brilli, anzi, relativamente ubriachi. Se girate per le piazze di Roma dove girano i ragazzi potreste sentirlo spesso.
  • Bufu: ecco, in questo caso anche io c’ho impiegato un po’ a capire cosa volesse dire. Forse perché non ascolto la Dark Polo Gang che in questo caso diventa l’Accademia della Crusca di noialtri. Essenzialmente si usa per le persone ed è a metà tra un ridicolo ed un completamente scemo, o forse anche un pelo di più.
  • Ciospa: quando sono arrivata a Roma non avevo idea di quello che potesse voler dire. Poi quando le mie amiche urlavano “Ciospa” dopo il caffè ho intuito che volesse dire sigaretta. È un po’ come se a Bologna chiedete una cicca.
  • Accannare: dato che è un termine usatissimo ha diversi significati. Potreste sentire un “aho a una certa accanna” modo garbato per farvi capire che dovreste smetterla di fare qualcosa, ad esempio di lamentarvi. Oppure di qualcuno che è stato “accannato dalla ragazza”, qui si capisce no?
  • Pisciare: no, non c’entra nulla con i bisogni fisiologici. C’entra se non avete voglia di andare da qualche parte o tipo se come me non avete voglia di andare a lezione, quindi automaticamente diventa un “Piscia, zì”
  • Ultima ma non per importanza è Paccare. Pensate solo che da me, in Abruzzo, paccare corrisponde a “tirare pacco” ovvero non presentarsi ad un appuntamento. Beh, capirete la mia sorpresa quando ho scoperto che volesse dire baciarsi, appassionatamente. Va bè, limonare insomma.

 

Potrei andare avanti a dirvene centinaia, ma non farete in tempo ad impararle che tra qualche settimana potrebbero non essere più usate. O magari no.

#FacceCaso

Di Benedetta Erasmo

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