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Sei sospeso? Lavori nella mensa dei poveri

Sei sospeso? Lavori nella mensa dei poveri

Iniziativa a Lodi, dove 28 alunni sospesi hanno prestato servizio alla mensa dei poveri. Per molti è stata un’importante esperienza di vita. Alla men

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Iniziativa a Lodi, dove 28 alunni sospesi hanno prestato servizio alla mensa dei poveri. Per molti è stata un’importante esperienza di vita.

Alla mensa dei poveri per non pagare pegno, ma riscattarsi dalla cattiva condotta. Questa è l’idea che nell’anno appena trascorso ha avuto molto successo a Lodi, in Lombardia.
Nel 2017 infatti sono stati 28 gli studenti che, causa sospensione scolastica, hanno dato servizio nel Centro di raccolta solidale, assemblando confezioni alimentari.

Lorenzo Musitelli, responsabile del progetto, ha spiegato: “A chi non riga dritto a scuola fa bene stare un po’ a contatto con chi soffre davvero”.

Insieme a questi ragazzi ci sono anche ex detenuti, coloro assegnati a misure alternative alla detenzione e profughi.
I presidi inviano i ragazzi ribelli nella piattaforma solidale, che distribuisce a famiglie indigenti 500 tonnellate di cibo.
Chi saltava scuola, chi ha compiuto atti di bullismo o ribellione ai professori. Varia il tempo, ma il servizio è sempre questo, lavorando fianco a fiano agli addetti Caritas e le varie associazioni.
Sono gli stessi presidi a inviare i ragazzi più ribelli a lavorare gratis nella «piattaforma solidale» di via Pace che nel territorio, con le sue oltre 500 tonnellate di cibo distribuite alle famiglie indigenti, è diventato il fiore all’occhiello del welfare lodigiano.

Continua Musitelli. “La maggior parte di loro ci è riconoscente per aver fatto una bella esperienza di vita. Purtroppo c’è anche chi, dopo aver lavorato un paio di giorni, non si fa più vedere. Ma è soltanto una minoranza, la maggior parte esce dal Centro migliorata”.
Come magazzinieri si danno da fare preparando i pacchi alimentari con la pasta, il riso, l’olio, lo scatolame e i prodotti freschi che poi finiscono sulla tavola delle famiglie indigenti.

In un anno vengono distribuiti 15.000 di questi pacchi, un numero importante per un luogo diventato centro del welfare provinciale. E dietro tutto ciò scatta la redenzione dei ragazzi ribelli, che qui capiscono problemi reali e recuperano razionalità.

#FacceCaso

Di Umberto Scifoni

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