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Caso Liceo Massimo, tra tentazione, dipendenza e pentimento

Caso Liceo Massimo, tra tentazione, dipendenza e pentimento

Cosa può succedere ad un professore per aver avuto una relazione con una sua studentessa? Caos Massimo: una #BruttaStoria italiana Il rapporto con l

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Cosa può succedere ad un professore per aver avuto una relazione con una sua studentessa?

Caos Massimo: una #BruttaStoria italiana

Il rapporto con la tentazione del proibito è la più antica e senza dubbio, una delle tematiche più affascinanti dell’essere umano. In una visione religiosa della vita ne siamo anche i diretti discendenti, da quando Adamo ed Eva si cibarono del frutto proibito per via della tentazione del serpente. Poi vennero la Lolita di Nabokov, la Brigitte di Emmanuel Macron… Facendo un saltino avanti col tempo,

in questi giorni ci troviamo davanti alla notizia che ha scosso l’intero mondo scolastico, ovvero quella dell’arresto del professor Massimo De Angelis del Liceo Classico Massimo, per aver avuto una relazione con una sua allieva, appena 15enne.

Cosa c’entra però il “peccato originale” con una vicenda di tutt’altro stampo? Non poco, perché l’istinto che ha spinto le prime due creature umane delle terra a mangiare quella maledetta mela, forse è lo stesso del docente 53enne a compiere un atto del genere: il desiderio del proibito. Non lo dico io, ma proprio l’insegnante di italiano e latino nel suo interrogatorio dopo l’arresto.

“Ne avevo parlato già con mio fratello, gli avevo chiesto di aiutarmi. Lui naturalmente mi aveva consigliato di smettere, ma non ci riuscivo, ogni volta che mi arrivava un suo messaggio ci ricascavo. Ero preda di un gioco affascinante da cui non riuscivo ad uscire” – ha detto il prof.

– L’uomo –

Non avremo mai la certezza della veridicità dell’affermazione di Massimo De Angelis: nessuno sarà realmente nella sua testa, senza necessariamente pensare male. Ma, prendendo in considerazione queste sue parole, forse dovremmo porci in maniera diversa davanti a una vicenda del genere. E dopo quanto detto al Gip magari cambierà il nostro modo di dipingere l’insegnante. In genere gli uomini che compiono atti del genere vengono definiti “mostri” , diciamo che per lui potremmo raddrizzare il tiro verso un “mostro ferito”. Già, perché resosi conto della gravità della sua situazione ha provato a chiedere aiuto, però è stato trascinato dall’irrefrenabile forza del suo desiderio, superiore a qualsiasi cosa. Questa vicenda è stata però un incubo per tutti, anche per lui, a tal punto da ritenersi sollevato quando è arrivata la polizia per arrestarlo.

– La storia –

Ma da dove è cominciato tutto? La ragazza aveva bisogno di un aiuto supplementare per migliorare il suo metodo di studio e i genitori si sono dunque rivolti all’insegnante, ignari di ciò che sarebbe successo. Tra aprile e maggio sono cominciate le prime lezioni, e da giugno a dicembre si contano ben 60 chiamate fra i due. I rapporti intimi andavano avanti da due mesi, consumati proprio dentro il liceo. Ed è proprio qui che si verifica la colpa più grande del prof. De Angelis, perché il docente fa leva proprio sul suo ruolo per fare colpo sulla 15enne. Non una, ma più volte. All’inizio la ragazza sembrava rifiutare, poi però non ha resistito alle continue avances di chi in tutti i modi ha provato a sedurla. Una pressione assidua, costante, pronta a tutto pur di ottenere l’oggetto del suo desiderio. La cosa più grave, diciamocelo, è l’aver approfittato del suo ruolo di educatore, di guida, per compiere un atto simile. A detta dell’insegnante, però, c’è tanto di passionale in questa faccenda. “Ero follemente innamorato di lei, una cosa del genere non mi era mai capitata in 25 anni di insegnamento”. Dichiara di aver agito col cuore dunque, non con una irrefrenabile bramosia di possesso.

– L’uomo (prima) –

Ma chi era il prof. De Angelis prima di questa drammatica vicenda? Studenti e genitori non se ne capacitano, perché è sempre stato considerato un docente eccellente. Anzi, forse più di un bravo insegnante, anche una bella persona. Molti raccontano del suo volontariato in Africa qualche anno fa o delle sue numerose attività extracurriculari con i ragazzi, entusiasti di lui. Forse, ancora scioccati dalla vicenda, alcuni addirittura continuano a difenderlo: “Resta un grande docente, ha sbagliato, ma è un errore umano” sentenzia una mamma. Anche la compagna del professore sembra pronta a perdonarlo: “Lo perdono e lo amo, lo aspetto a casa, non vedo l’ora di riabbracciarlo”. Per prendere le sue difese anche in una situazione come questa, doveva essere proprio un’altra persona il prof. De Angelis, prima dell’episodio che gli ha cambiato la vita. Non se ne dà pace, dalla prigione pare abbia affermato di aver tentato il suicidio nel periodo della sua relazione. “Chiedo scusa a tutti, alla scuola, ai docenti e alla famiglia della ragazza”. Il suo avvocato parla di larvate minacce subite nel carcere, e afferma che il suo assistito lì non è al sicuro.

In pochi mesi si è davvero rovesciato il mondo, per la scuola, per la ragazza, e per il professore stesso. È vero, è intollerabile, è una questione di etica professionale e ci sono dei limiti che non possono essere mai varcati.

Ma questa è, e rimarrà una vicenda straziante con tante vittime e due colpevoli, in cui il secondo è sicuramente l’irrefrenabile forza del desiderio, incapace di essere domata.

#FacceCaso

Di Emanuele Caviglia

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