Abbiamo intervistato Paolo Mantini, ideatore dell'app " JAM ". Possiamo riassumere questa sua invenzione con tre semplici, concise e dirette parole: è
Abbiamo intervistato Paolo Mantini, ideatore dell’app ” JAM “. Possiamo riassumere questa sua invenzione con tre semplici, concise e dirette parole: è una figata, #FacceCaso!
“Musica musica musica – della Madonna – gente gente gente divertente”. Qualche annetto fa Jovanotti cantava questo pezzo e sinceramente mi sembra davvero calzante per parlare dell’app di oggi. Si chiama ” JAM “, è disponibile su Apple Store dal 7 Gennaio 2018 e in poche ore ha raggiunto la posizione 71 sull’app store sezione musica di iTunes.
Il progetto è nato da un’idea di Paolo Mantini, fondatore di Clockbeats, è stato sviluppato secondo i più avanzati sistemi tecnologici, presenta un’interfaccia grafica incredibilmente chiara e brillante, per consentire a tutti di godere delle sue funzionalità. Ed io, con Mr. JAM, ci ho fatto quattro chiacchiere:
Ciao Paolo! Ci racconti come nasce l’idea di JAM e perché la scelta di questo nome?
Ero in studio con un mio amico a produrre e improvvisamente, dopo aver suonato un kick ( grancassa della batteria nella musica elettronica), si girò verso di me e esaltato si dimenò agitando la mano da destra a sinistra come se volesse picchiarmi. In quel momento capii che il suo movimento poteva essere trasformato in musica attraverso l’oggetto che utilizziamo di più durante la nostra giornata : lo smartphone. Cos’è la musica se non movimento? E cos’è la musica se non suonare insieme? Fare musica INSIEME è il segreto che la rende immortale. E così mentre pensavo e ripensavo ad un nome che potesse contenere tutto questo significato…. guardai la marmellata che stavo mangiando davanti a me e dissi : “JAM!” JAM in inglese oltre a marmellata significa suonare assieme.. bingo! Per chi ha suonato almeno una volta in un gruppo musicale sicuramente avrà sentito almeno una volta nella vita: “Hey jammiamo un po’?” In altre parole: “Suoniamo quello che ci viene in mente al momento senza un perchè?” L’idea di JAM è proprio questa, suonare insieme e scegliere il proprio pack di suoni come se dovessi scegliere il gusto di una marmellata da gustarmi!
Ci racconti le sue funzionalità e qualcosa di te?
Per ora l’applicazione può emettere solamente 4 suoni, muovendo il cellulare orizzontalmente o verticalmente. Poiché una delle variabili è l’accelerazione bisogna prestare attenzione a fermare il cellulare subito dopo averlo “shakerato” altrimenti verranno generati due suoni, poichè capterà due differenti accelerazioni.
Qualcosa di me?
Sin da piccolo ho sempre avuto grande affinità con la musica, soprattuto quella classica, tanto che decisi di iscrivermi presso il Conservatorio “Luca Marenzio” di Brescia, dove mi diplomai nel 2013, sotto la guida del M° Riccardo Crotti. Contemporaneamente sentivo di dover andare oltre ciò che la tradizione mi aveva insegnato, per questo decisi di dedicarmi alla musica elettronica. Così decisi di studiare successivamente tecniche riguardanti mixing, mastering e sound design. Lavorando a stretto contatto con una moltitudine di artisti con differenti interessi presto sentii il bisogno di espandere le mie passioni verso nuovi orizzonti. In questo modo creai Clockbeats, Clockbeats Orchestra e, da pochissimo, JAM.
In che modo, secondo te, è cambiato e sta cambiando il mercato musicale?
Il mercato musicale è in costante cambiamento e proprio questo lo rende imprevedibile. È uno dei mercati più difficili da studiare, tutto è in mano a pochi e la decisione spetta ad una cerchia strettissima di persone. Il mercato digitale e la digitalizzazione della composizione e della produzione ha distrutto completamente il fare musica INSIEME.. una volta si diceva: “Ci mettiamo in sala prove e suoniamo?” Adesso invece si dice: “Ci vediamo su Facebook/Instagram e collaboriamo?” Basti pensare a questo per farsi un’idea del futuro della musica: stare a casa e poter suonare con altre persone che stanno a chilometri di distanza.
Quali sono state le maggiori difficoltà nello sviluppo dell’app?
La difficoltà maggiore è sempre quella di trovare persone che credano nella tua idea, da soli non si può giungere a nulla! All’inizio Paolo e Martin ( i due programmatori di JAM ) mi avevo preso per pazzo!
Qualche aneddoto divertente durante la lavorazione?
Eheh.. ce ne sono un bel po’! La prima volta che presi in mano il cellulare per “jammare” mi cadde nel lago.. non contento la seconda volta lo lanciai per sbaglio contro un mio amico (per la precisione gli arrivò proprio sui denti). Devo dire infatti di stare molto attenti le prime volte che si utilizza..! Per me è stato un esercizio per non far cadere più il cellulare!
Pensi che vi aprirete anche ad altri generi musicali?
Certo! Se la domanda fa riferimento ai kit utilizzati posso dire che sono in costante evoluzione. Siamo aperti a tutti i generi!!
Grazie mille Paolo per questa intervista. Chiudiamo con un gioco: convincimi a scaricare JAM!
Hey, e se ti dicessi che esiste un’applicazione che ti permette di comporre un beat semplicemente scuotendo il tuo cellulare?
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