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Qualità della salute, l’Italia viaggia a due velocità!

Qualità della salute, l’Italia viaggia a due velocità!

I dati dell'Osservatorio nazionale sulla salute: un unico Servizio sanitario, ma troppe differenze. Nel nostro Paese la salute non è "uguale"per tutt

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I dati dell’Osservatorio nazionale sulla salute: un unico Servizio sanitario, ma troppe differenze.

Nel nostro Paese la salute non è “uguale”per tutti. La qualità dell’assistenza sanitaria è influenzata da residenza, condizioni economiche e istruzione. Tre variabili che disegnano un’Italia a due velocità per quanto riguarda la speranza di vita, con i cittadini del Sud fortemente penalizzati. A Napoli ad esempio gli uomini vivono mediamente 78,9 anni e le donne 83,3 : a Trento i primi sopravvivono 81,6 anni, le seconde 86,3. Le disuguaglianze non sono esclusivamente infra- regionali, ma anche tra città e provincia e tra metropoli e le altre città. E il solco scavato dalla sanità tra il nord e sud del paese è sempre più profondo e difficile da colmare.

Rispetto al 2015 e 2016 il gap non si è affatto ridotto, tutt’altro. La Campania, Calabria e Sicilia hanno peggiorato la loro posizione, mentre in confronto quasi tutte le regioni del Nord sono un oasi felice: quest’ultime infatti godono di un’aspettativa di vita al di sopra della media nazionale. A disegnare la mappa delle disuguaglianze è l’Osservatorio sulla salute dell’ Università cattolica che sottolinea, come nonostante alcune criticità da risolvere, il sistema sanitario nazionale nel suo complesso funzioni.

A fare le differenze è anche la cultura. In Italia, infatti, un cittadino può sperare di vivere 77 anni, se ha un livello di istruzione più basso e 82 anni se possiede almeno una laurea; tra le donne il divario è minore, ma pur sempre significativo. Un’ altra profonda disparità interviene sui fattori di rischio e prevenzione, la condizione economica. L’obesità ad esempio non interessa tutti i segmenti della popolazione allo stesso modo. Nella nostra società interessa il 14,5% delle persone con titolo di studio basso e solo il 6 % dei più istruiti.

Ma quali potrebbero essere le soluzioni per garantire un sistema sanitario più equo? Per l’Osservatorio la chiave è agire sui comportamenti, educando le giovani generazioni ad un corretto stile di vita. Fondamentale è poi la lotta contro la povertà, che sempre secondo l’Osservatorio, dovrebbe essere l’obiettivo di tutte le politiche di welfare, vista la relazione tra la condizione economica e la salute.

#FacceCaso

Di Luca Pennacchia

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