Tempo di lettura: 1 Minuti

Povertà educativa: che vuol dire? Il rapporto SaveTheChildren

Povertà educativa: che vuol dire? Il rapporto SaveTheChildren

Pochi giorni fa è uscito il nuovo rapporto di SaveTheChildren intitolato "Nuotare contro corrente" dove viene affrontato il problema della povertà edu

Cosa succederà alle scuole venete e lombarde post referendum?
La Pasquetta del fuorisede: la bellezza del tornare a casa e stare con gli amici!
Alma Mater propone nuove lauree internazionali

Pochi giorni fa è uscito il nuovo rapporto di SaveTheChildren intitolato “Nuotare contro corrente” dove viene affrontato il problema della povertà educativa in Italia. Ma cos’è la povertà educativa? da cosa deriva? e, soprattutto, come combatterla?

Troppo spesso i giovani le cui famiglie versano in condizioni difficili dal punto di vista economico sono svantaggiati anche dal punto di vista educativo. Emerge chiaro e tondo dal rapporto di SaveTheChildren come povertà educativa e povertà economica vadano a braccetto. Esistono però delle eccezioni, quei giovani particolarmente resilienti che riescono a invertire la rotta.

Cosa si intende per povertà educativa?

Con povertà educativa si intende quella situazione in cui i giovani, in particolare i minori, non sono nelle condizioni di poter apprendere liberamente. Vuol dire che i minori non sono in possesso di quelle capacità cognitive e socio-emozionali che favoriscono il libero apprendimento.

In particolare, SaveTheChildren ha identificato 4 aree in cui la povertà educativa sfavorisce i giovani:

  1. Nel comprendere il mondo che ci circonda;
  2. Nell’essere: non si sviluppano le capacità per obiettivi in modo autonomo;
  3. Nel vivere assieme: di fare gruppo e di lavorare in gruppo e di sviluppare uno spirito di cooperazione;
  4. Condurre una vita autonoma e attiva.

La situazione Italiana

Come SaveTheChildren ha sottolineato in Italia la situazione non è certo delle migliori. Su un mezzo milione di studenti e studentesse 15enni quelli che versano in condizioni di povertà educativa sono 100.000, ciò significa che questi ragazzi non sono in possesso delle competenze basilari per raggiungere livelli minimi in italiano e matematica.

Purtroppo, le condizioni di povertà educativa nella maggior parte dei casi sono associati a condizioni di povertà economica e i risultati più bassi sono attribuibili ai ragazzi provenienti da contesti svantaggiati.

Si tratta quindi di un cerchio: la povertà economica alimenta quella educativa e vice versa.

Esistono delle eccezioni!

Viene chiamata “resilienza educativa” ed è quel fenomeno per cui bambini provenienti da situazioni economiche svantaggiate, al posto che inserirsi in quel circolo vizioso che li porterebbe a una condizione di povertà educativa riescono ad andare contro corrente riscattandosi dalle loro condizioni iniziali.

Questi ragazzi, non solo riescono ad uscire dal circolo della povertà educativa ma raggiungono anche risultati migliori dei loro coetanei provenienti da condizioni sociali ed economiche migliori. Questi ragazzi e ragazze riescono dunque a rendersi autonomi sia dalle loro condizioni economiche sia nel resto della loro vita.

Questo dato ci dimostra quindi che la povertà educativa non è irreversibile.

Il rapporto di SaveTheChildren

Tutte queste informazioni sono state estrapolate e dal rapporto “Nuotare contro corrente. Povertà educativa e resilienza in Italia” di SaveTheChildren, scaricabile da qui. Al suo interno sono tantissime le informazioni interessanti e utili.

La speranza è quella riuscire a ridurre al minimo le disuguaglianze e di mettere tutti i bambini nelle condizioni di poter apprendere le competenze per rendersi indipendenti.

#FacceCaso

Di Chiara Zane

COMMENTS

WORDPRESS: 0
DISQUS: 0