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Ai posteri l’ardua sentenza: un leghista contro le scuole(?)

Ai posteri l’ardua sentenza: un leghista contro le scuole(?)

La nostra rubrica sui dubbi, sulle paure e anche sui giramenti di… testa che affliggono gli studenti italiani. Oggi parliamo del leghista Simone Pillo

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La nostra rubrica sui dubbi, sulle paure e anche sui giramenti di… testa che affliggono gli studenti italiani. Oggi parliamo del leghista Simone Pillon e delle sue “mire scolastiche”.

Una delle notizie più curiose degli ultimi tempi è quella che vede come protagonista Simone Pillon, un neo senatore della Lega, entrato nelle aule di Palazzo Madama grazie alle scorse elezioni del 4 marzo. Egli avrebbe dichiarato che la sua prima interrogazione parlamentare sarà contro la stregoneria negli istituti di Brescia. Curioso è dire poco. La vicenda che avrebbe fatto insorgere le ire del leghista è

legata ad un progetto portato avanti appunto in una scuola del bresciano, basato sul testo di Ramona Parenzan “Fiabe e Racconti dal Mondo”, all’interno del quale sarebbero presenti rituali e pratiche di magia nera.

Questo ciò che ha portato Pillon ad annunciare addirittura un’interrogazione parlamentare. Che essa venga effettivamente fatta oppure no, rimane però al momento la sovraesposizione mediatica che hanno ricevuto le vicende ed i suoi protagonisti, le cui conseguenze non hanno tardato ad arrivare.

Infatti il neo senatore sta vivendo una popolarità, positiva o negativa che sia, “l’importante è che se ne parli” si diceva una volta, altrimenti insperata. Positiva soprattutto in quegli stessi ambienti conservatori, più che politicamente direi socialmente conservatori, da cui egli stesso proviene, essendo uno dei fondatori del Family day.

La sventurata autrice del libro è invece stata investita dall’ormai purtroppo consueta spirale d’odio che velocemente viaggia attraverso i social network, fatta troppo spesso di superficialità e disinformazione. Si potrebbe parlare a lungo di questo argomento, ma non è ciò di cui si occupa la nostra rubrica.

Cerchiamo dunque di capire cosa è accaduto nella scuola interessata. La preside descrive l’iniziativa incriminata con queste parole: “È un progetto interculturale promosso dalla biblioteca civica e finanziato dal Comune, deliberato dal consiglio d’istituto e presentato ai genitori. Si raccontano “Le Fiabe e racconti dal mondo” dall’Afghanistan al Pakistan. L’obiettivo era la conoscenza di cultura altra rispetto quella occidentale”.

Dunque di cosa si tratta? Di un mirabile tentativo di una tipologia di lezione innovativa, che, partendo già dalle prime classi, possa sensibilizzare i bambini fin da subito ad una tematica come quella dell’interculturalità, di cui a mio avviso la nostra società ha un disperato bisogno, oppure di stregoneria?

Questa vicenda stimola un’importante riflessione: come dovranno approcciarsi ed a quale modello d’insegnamento dovranno aspirare gli studenti che oggi studiano per diventare insegnanti? La scuola italiana è a tutti i livelli ancora totalmente ancorata ad un tipo di educazione tradizionale, che a mio avviso non va accantonata, ma sicuramente affiancata da nuovi metodi e spunti alternativi, che possano stimolare le nuove generazioni alle nuove materie ed ai nuovi temi che il mondo contemporaneo gli offre. È questo però il momento in cui i futuri maestri o professori devono decidere come e quanto cambierà il mestiere dell’insegnante.

A loro la scelta, rimarranno chiusi nelle torri d’avorio costruite da altri in precedenza, oppure guarderanno il mondo che li circonda, la società in cui loro stessi vivono ed in cui vivranno i futuri alunni, il rispetto della diversità, i nuovi problemi, oppure si daranno alla stregoneria?

Ai posteri l’ardua sentenza.

#FacceCaso

Di Edoardo Frazzitta

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