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La politica sparita tra i liceali: parla uno studente controcorrente

La politica sparita tra i liceali: parla uno studente controcorrente

La politica nei licei è sempre meno influente e partecipata dagli studenti. Abbiamo intervistato Simone Ghergo, che con il suo attivismo in Forza Ital

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La politica nei licei è sempre meno influente e partecipata dagli studenti. Abbiamo intervistato Simone Ghergo, che con il suo attivismo in Forza Italia diventa un raro esempio contrario.

Politica e giovani, due rette parallele destinate a incontrarsi sempre meno. Se una volta la militanza nasceva proprio tra i banchi di scuola, e i licei diventavano arene politiche, oggi tutto ciò succede raramente.
Non ci sono gruppi organizzati come un tempo, le discussioni sono limitate a pochi e i movimenti politici non “sfondano” in questo o quell’istituto a seconda dell’orientamento.

Simone Leoni Ghergo, vicecoordinatore di Forza Italia Giovani Roma, a soli 17 anni è una risposta positiva, qualunque sia la vostra posizione politica. Gli abbiamo fatto qualche domanda per capire come un ragazzo come lui abbia cominciato così presto e perché i suoi coetanei si stiano disinteressando.

1) Ciao Simone! Tu sei uno studente del liceo Maria Ausiliatrice, e un po’ controcorrente rispetto a molti coetanei ti sei da tempo interessato alla politica. Raccontaci un po’ della tua esperienza, come è cominciato il tuo amore per la politica?

Ciao! Voglio ringraziarvi, intanto, per questa fantastica opportunità che mi state offrendo di raccontarmi e di parlare di quella che è la mia passione.
La mia esperienza è abbastanza recente e non potrebbe essere altrimenti, ho solo 17 anni. Tutto è iniziato tre anni fa, quando, ad un certo punto, ho deciso che era arrivato il momento di mettermi in gioco, sia pure nel mio piccolo.
Ho iniziato a leggere e a documentarmi per capire come girava quello che, all’epoca, vedevo come un mondo un po’ distante da me, ma che allo stesso momento mi affascinava moltissimo.

Da lì il passo è stato breve. E, qualche tempo dopo, ho deciso di iscrivermi a Forza Italia.
Ho iniziato così a militare nel movimento giovanile impegnandomi quotidianamente in riunioni, manifestazioni, volantinaggi.
Un’esperienza davvero formativa ed entusiasmante che consiglio a tutte le ragazze ed i ragazzi della mia età ed ovviamente anche più grandi. Quel gruppo è, poi, diventato, per me, come una seconda famiglia.

In questi tre anni ho incontrato persone splendide come la nostra Leader Annagrazia Calabria, alle quali sono profondamente grato perché è grazie a loro e al loro esempio che ho continuato e continuerò la mia militanza con grande passione.

Oggi posso dire che fare politica e impegnarmi da questo punto di vista è stata una delle migliori scelte che io potessi fare; certo, qualche volta ci sono da fare alcune rinunce in termini di tempo libero, ma d’altronde quale passione non lo richiede?

2) Che cosa ti porta a essere così attivo nonostante tu non sia ancora maggiorenne?

Voglio, nel mio piccolo, dare un concreto contributo al cambiamento.
Se realmente si vuole che le nuove generazioni come la mia si riavvicinino alla politica, bisogna che essa cambi, che torni fra la gente, nelle piazze. Che scommetta, davvero, sui giovani. E, soprattutto, c’è bisogno che la politica torni a dare risposte concrete e tangibili ai veri problemi delle persone.
Faccio un esempio. Il tema dell’occupazione giovanile è stato trattato con estrema leggerezza dagli ultimi governi. Il risultato? Una disoccupazione giovanile schizzata ai massimi storici che costringe le giovani ed i giovani italiani a trasferirsi all’estero nella speranza di trovare un lavoro.

Un giovane, se lo desidera, deve avere la possibilità di restare in patria, realizzarsi a livello lavorativo lì e costruirsi una famiglia.
Questo non lo si ottiene né con le mancette elettorali, né con strane misure assistenzialiste. Lo si ottiene solo credendo nei giovani e nei loro progetti, stanziando, ad esempio, fondi per l’imprenditoria giovanile e per le start-up, magari anche semplificando la burocrazia.

3) Sei un caso abbastanza raro, perché secondo te i ragazzi e le ragazze al liceo non si appassionano più alla politica?

Diciamo che il problema è un po’ più complesso. Fra le nuove generazioni si è fatto sempre più strada un sentimento generale di delusione, scetticismo e perfino disgusto verso la politica.
Questo a causa degli errori di una parte della vecchia classe dirigente che non ha saputo farsi carico dei problemi concreti delle persone.
Il guaio è che per colpa di una minoranza ne ha risentito tutta la classe politica e la politica stessa che, nella sua accezione più pura – essere al servizio della collettività – è una cosa bellissima. Purtroppo, è stata svilita.

4) Che cosa dicono i tuoi compagni di questa tua “militanza”? Sembra strano a qualcuno o altri attraverso il tuo impegno si sono a loro volta interessati?

Devo dire che i miei compagni non lo hanno mai trovato insolito. Al contrario si sono sempre mostrati curiosi verso questo mondo, la politica, che un po’ ci ignora.
Devo poi ammettere, con un pizzico di soddisfazione, che il mio impegno ha suscitato quantomeno un forte interesse per le tematiche d’attualità. Lo considero già un grande risultato, visti i tempi che corrono.

5) Essendo ancora dentro il liceo, pensi che in breve tempo possa riemergere passione politica tra i banchi di scuola o pensi che la passione andrà scemando con le nuove generazioni?

Mi auguro, sinceramente, che la passione politica e l’impegno civile tornino a rappresentare un elemento di interesse fra noi giovani perché è fondamentale, oggi più che mai, che le nuove generazioni come la mia partecipino alla cosa pubblica.
Penso, però, che questo potrà accadere solo se la politica saprà rinnovarsi e tornerà a parlare e ad occuparsi concretamente dei problemi di noi giovani.

Quello che per ora vedo, tuttavia, non lascia ben sperare. Guardate il nuovo governo: nei suoi primi 40 giorni – periodo in cui, tradizionalmente, vengono approvati importanti provvedimenti – non ha speso neanche una parola sui giovani, men che meno azioni concrete.
Chissà, forse non ci ritengono abbastanza importanti. Ma noi siamo il futuro di questo paese.

6) Per il futuro ti vedi ancora in campo? E se sì, pensi di far coincidere i tuoi studi universitari con la politica attiva?

Assolutamente sì. Fare politica, nel senso più puro del termine, ovvero servire il prossimo, è una cosa bellissima che consiglio a tutti di provare.
Per quanto riguarda i miei studi universitari, se mi state chiedendo se studierò qualcosa di strettamente legato alla politica devo deludervi.
Per quanto io ami, profondamente, la politica, sono altrettanto fermamente convinto che la politica non può e non deve essere considerata un lavoro.

Il politico, che è assolutamente diverso dal politicante, deve essere una persona che mette al servizio della collettività le esperienze e le conoscenze acquisite con il proprio lavoro.

Voglio sottolinearlo: l’onestà – per tutti, non solo per i politici – è un elemento imprescindibile. Ma non può e non deve essere l’unico elemento qualificante. Deve essere accompagnato, in politica come nel quotidiano, da competenza, passione civile, impegno, sacrificio e, non ultimo, da un imprescindibile spirito di servizio.

Grazie mille a Simone per la sua testimonianza e in bocca al lupo con l’attività politica!

#FacceCaso

Di Umberto Scifoni

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