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L’università si paga sempre meno

L’università si paga sempre meno

Agli studenti però non basta. Stando al sindacato degli universitari, l’Udu, siamo ancora troppo indietro rispetto alla media europea. #FacceCaso. Ne

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Agli studenti però non basta. Stando al sindacato degli universitari, l’Udu, siamo ancora troppo indietro rispetto alla media europea. #FacceCaso.

Negli ultimi anni, per la gioia degli studenti italiani, l’università si paga sempre di meno. In pochissimo tempo, gli studenti esentati dal pagamento della retta universitaria sono praticamente raddoppiati.

Tutto ciò grazie all’aumento della no tax area della legge 232 del 1016. Nell’anno accademico 2016-2017 ben 161mila studenti sono stati esonerati dal pagamento delle tasse, ovvero il 9,5% degli iscritti sul totale. L’anno appena trascorso il 17,6% degli studenti non ha pagato le tasse, ben 292mila persone.

Sono esentati dal pagamento delle tasse tutti coloro che hanno un reddito minore o uguale a 13mila euro annui. Dall’anno successivo al primo fino a un anno fuori corso, (oltre all’Isee) gli studenti devono ottenere 10 crediti per chi si iscrive al secondo anno, 25 per quelli successivi entro il 10 agosto.

Per chi non ce la farà ed è oltre il primo anno fuori corso, è previsto un contributo di 200 euro.

Agli studenti però non basta. Stando al sindacato degli universitari, l’Udu, siamo ancora troppo indietro con la paga rispetto alla media europea.

“È sempre più evidente come la no-tax area esprima un grande potenziale: gli esonerati dal pagamento delle tasse nel 2016/2017 (161mila) erano il 9,5% del totale degli iscritti mentre nel 2017/2018 ammontano al 17,6% (292mila). Ma non è sufficiente: è necessario rifinanziare e innalzare la no-tax area per poter permettere agli atenei di garantire sempre con maggiore pienezza il diritto allo studio almeno al livello di altri Paesi europei (in Francia è esonerato dal pagamento delle tasse il 35% e in Germania il 25%)”. Ha dichiarato Enrico Gulluni, coordinatore nazionale dell’Unione degli Universitari.

#FacceCaso. 

Di Francesca Romana Veriani 

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