Dopo la Legge di Bilancio 2019, ci sono stati molti problemi relativi al finanziamento dell'Università italiana. Ancora. Rimanere al Sud non è cosa f
Dopo la Legge di Bilancio 2019, ci sono stati molti problemi relativi al finanziamento dell’Università italiana. Ancora.
Rimanere al Sud non è cosa facile, l’abbiamo detto tante volte anche qui su FacceCaso. L’abbiamo letto su mille articoli e continuiamo a pensare che le possibilità di lavoro siano molte di meno rispetto a quelle che ci aspettano al Nord. Forse è vero, e forse sta diventando vero anche per le università, grazie anche alla Legge di Bilancio 2019. Non che l’Italia sia mai stata una campionessa in termini di finanziamento per istruzione e ricerca ma in questo caso sta sorgendo un problema, quello delle università meno finanziate, che guarda caso sono proprio al sud.
Tecnicamente, secondo la legge, dovrebbero essere finanziate di più quelle università che vengono ritenute più virtuose e di meno le altre. Come una sorta di punizione. L’idea in generale non sembra sbagliata, ma come definiamo un’università virtuosa?
Non parliamo, ahimè, di ricerca o di qualità. Sembra che tutto giri intorno al personale e al bilancio, e siccome a ricevere meno fondi saranno le università del Meridione, allora assisteremo ad un’ulteriore migrazione. Quella dei ricercatori e di coloro che lavorano in un’università del sud verso il nord, già visto eh?
Forse non si dovrebbe prendere in considerazione solo il bilancio per vedere quanto un ateneo possa essere virtuoso, forse servono anche degli altri parametri molto più significativi. Meno oggettivi, certo, ma che rendano una chiara idea della situazione di un’università e del finanziamento che dovrebbe ricevere.
Qual è un altro parametro per misurare la virtuosità di un ateneo? Le tasse. Eh sì, perchè per essere più “bravi” le tasse devono essere più alte (nonostante in tutta l’Europa sia diverso, ne avevamo parlato qui). Se le tasse sono sempre più alte allora l’università ricomincerà ad essere qualcosa di poco inclusivo. E continua il flusso verso l’estero e, allo stesso modo, l’Italia continuerà ad essere agli ultimi gradini della classifica per numero di laureati, mentre i suoi scappano via.
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