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Le Università italiane in cifre

Le Università italiane in cifre

Scopri insieme a noi quali Atenei stanno aumentando i propri iscritti, nonché le ragioni di questa crescita. I numeri delle Università potrebbero sorp

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Scopri insieme a noi quali Atenei stanno aumentando i propri iscritti, nonché le ragioni di questa crescita. I numeri delle Università potrebbero sorprenderti…

In Italia esistono due tipologie principali di Università: le pubbliche e le private (anche dette non statali). In cosa si distinguono? Innanzitutto le Università non statali sono patrocinate da soggetti privati e perciò non ricevono sovvenzioni pubbliche. È necessario specificare che tra gli atenei appartenenti a quest’ultima categoria troviamo anche le Università Telematiche: queste offrono la possibilità ai propri iscritti di studiare da casa, conseguendo alla fine un titolo di laurea ufficiale. Infatti si tratta di istituzioni universitarie del tutto autorizzate e accreditate, come si evince da questa guida alle Università Telematiche riconosciute dal MIUR.
Un’altra differenza sostanziale che si sta aprendo tra gli Atenei classici e quelli online riguarda i numeri dei propri iscritti: andiamoli a vedere nel dettaglio.

Diamo qualche numero

Andando ad analizzare i dati MIUR compresi tra l’anno accademico 2010/2011 e quello 2017/2018, si nota come le Università tradizionali abbiano sperimentato una diminuzione significativa dei propri iscritti. Di fatto, nel lasso di tempo preso in considerazione, sono passati dalle 1.784.720 unità alle 1.602.077 unità, registrando così un calo generale che si attesta al -10%. All’interno di questo scenario si può comunque tener conto di fattori come l’invecchiamento della popolazione: infatti negli ultimi anni c’è stata una decrescita rilevante del numero di giovani in Italia, e questo significa che ci sono meno ragazzi in età da università.

Le università telematiche

Per quanto riguarda le Università Telematiche, tuttavia, i dati MIUR evidenziano una crescita interessante in materia di iscritti. Se nell’anno accademico 2010/2011 gli iscritti si aggiravano sulle 40.000 unità circa, nell’annata 2017/2018 vediamo invece un netto aumento in quanto sono stati registrati più di 93.000 iscritti. Dunque rispetto all’annata 2010/2011 gli iscritti sono aumentati di oltre 50.000 unità, con un incremento significativo in particolar modo tra il 2015/2016 e il 2017/2018.

E i costi?

Alla luce dei dati presentati si può affermare, dunque, che le Università Telematiche rappresentano una valida opzione per gli studenti italiani, nonostante abbiano un costo piuttosto alto.

Del resto, però, i costi universitari in sé sono ammortizzati dal fatto che gli iscritti hanno modo di studiare da casa e perciò non devono fare la vita dei pendolari, né tantomeno trasferirsi in appartamenti più vicini alla facoltà scelta. Tutt’al più gli studenti delle Università Telematiche dovranno spostarsi in occasione degli esami, in quanto si devono sostenere in presenza. Per il resto la didattica si configura come virtuale e flessibile: sulla piattaforma e-learning degli Atenei il corsista troverà le videolezioni e le dispense, avendo anche di contattare i docenti e i Tutor per ricevere eventuali consigli o chiarire dei dubbi.
Inoltre si può evidenziare che gli iscritti sono andati aumentando negli anni anche grazie al progressivo miglioramento della qualità universitaria.

Di fatto gli Atenei Telematici, così come quelli tradizionali, sono costantemente monitorati dall’ANVUR: quest’Agenzia nazionale si occupa infatti di valutare il sistema universitario tramite la stesura di rapporti regolari. In questa maniera le Università possono intervenire laddove siano state rilevate problematiche, andando così a ottimizzare la propria organizzazione, esattamente com’è accaduto per gli Atenei Telematici. L’ANVUR inoltre risponde al MIUR, che come abbiamo visto all’inizio ha legalmente riconosciuto le Università Telematiche.

#FacceCaso

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