Tempo di lettura: 1 Minuti

Il presepe vietato a scuola (?)

Il presepe vietato a scuola (?)

In una scuola veneta, quest'anno potrebbe non essere fatto il presepe. Cultura e tradizioni sono fondamentali, ma mai quanto una bella bufera natalizi

Intensa scultura al Festival Burning Man
Sopravvisse al terremoto: oggi si è laureata, pensando ai compagni
Povertà educativa: che vuol dire? Il rapporto SaveTheChildren

In una scuola veneta, quest’anno potrebbe non essere fatto il presepe. Cultura e tradizioni sono fondamentali, ma mai quanto una bella bufera natalizia.

Sembra che, anche quest’anno, il Natale non porterà solamente gioia e serenità delle famiglie. No. Anche quest’anno, le festività si trascinano dietro tutta la coperta che ha avvolto l’anno politico: rabbia, malumore e polemiche in primis.

Eh già, perché c’è una scuola, vicino Treviso, dove (forse) non sarà allestito il presepe quest’anno. (Forse) non ci sarà una mangiatoia, (forse) non un San Giuseppe né una Madonnina. Forse. Perché non c’è niente di ufficiale, ma la rincorsa alla polemica e alla strumentalizzazione è già iniziata.

Il presepe non si fa?

La scuola elementare è la Marco Polo” di Zerman, piccola frazione di Mogliano Veneto in provincia di Treviso. A quanto sembra, la dirigente scolastica, insieme con gli insegnanti, avrebbe deciso di non far fare il presepe ai bambini in forma di rispetto per gli studenti di altre religioni.

Nulla di ufficiale, sia chiaro; ma in questo particolare momento storico, basta un alito di vento per far credere a tutti che si tratti di una tempesta.

Viste le recite scolastiche cancellate, i canti negati, i presepi smontati, i Gesù Bambino temuti, non è banale: difendiamo il Natale, le nostre radici, le nostre tradizioni, la nostra civiltà”, urla Salvini da quel di Facebook, la più grande piattaforma politica attuale, ansa quotidiana dei pensieri del Segretario della Lega.

Poco importa che nessuna recita scolastica sia stata cancellata, che nessun canto sia stato negato, che il presepe non sia stato smontato, che nessuno abbia parlato del povero Gesù (che prima o poi sarà pure cresciuto, ma che noi continuiamo a chiamare Gesù bambino).

Poco importa che il Natale sia un residuo di una festa pagana o che, se cristiano, festeggi la nascita di un piccolo ebreo nato in Medioriente e non a Roma, più di 2000 anni fa.

Poco importa, oggi. Importa solo una triste, piccola, spicciola retorica. Anche banale, come il male.

#FacceCaso

Di Giulio Rinaldi

 

COMMENTS

WORDPRESS: 0
DISQUS: 0