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Scuola, il Ministro Fioramonti: “Dobbiamo tornare a garantire l’ascensore sociale”

Scuola, il Ministro Fioramonti: “Dobbiamo tornare a garantire l’ascensore sociale”

Il Ministro dell'Istruzione Lorenzo Fioramonti ha rilasciato un'intervista al Mattino commentando i dati OCSE preoccupanti sulla scuola italiana. Sol

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Il Ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti ha rilasciato un’intervista al Mattino commentando i dati OCSE preoccupanti sulla scuola italiana.

Solo 1 quindicenne su 20 in Italia sa comprendere integralmente un testo di media lunghezza. 1 su quattro è carente nella lettura e nelle scienze il livello di preparazione è al disotto della media UE. E al Sud la situazione è molto peggio che a Nord. Questi sono solo alcuni dei dati OCSE pubblica nei giorni scorsi, che fotografano la preoccupante situazione della scuola italiana.  Per parlarne, il Ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti ha rilasciato un’intervista al Mattino.it, nella quale dà la sua visione del problema.

Serve una scuola di qualità che torni a garantire l’ascensore sociale“, sostiene il titolare del Miur. “Le differenze storiche tra Nord e Sud, ma anche tra centro e periferie un tempo venivano affrontate, e in parte ridotte, anche grazie alla scuola. Oggi invece, il figlio di un operaio non sembra più in grado di poter diventare un avvocato, come succedeva prima”.

Il Ministro si dice preoccupato non tanto dai dati, quanto dal fatto che da troppi anni si è smesso di investire nella scuola. Essa, invece che essere volano per migliorare le condizioni individuali, tende a replicare le disuguaglianze del paese. “Non può essere un ammortizzatore sociale. Soprattutto nel Meridione c’è la tendenza a riflettere negli istituti le stesse distanze esistenti in società“.

C’è però un fatto stridente con la fotografia scattata dall’OCSE. Una polemica in realtà vecchia di parecchi anni cui si sono aggiunte quelle di oggi. Dalle scuole del Mezzogiorno ogni anno escono molte più eccellenze alla maturità (100 e lode) rispetto al settentrione. C’è chi dice siano “regali” e chi parla di condizioni più svantaggiate che pesano nella valutazione complessiva del rendimento. E per questo viene premiato lo sforzo. Il numero 1 di viale Trastevere non entra nel merito della diatriba, perché, a suo dire, secondaria rispetto al problema principale: cioè che da 20 anni che la situazione non migliora. Non solo al Sud.

Bisogna tornare ad investire non solo in termini economici, ma anche di immagine“, questa la ricetta proposta dal Ministro. “Va rivalorizzata la figura del docente e del dirigente scolastico, soprattutto nel loro ruolo all’interno del contesto socio-educativo“. C’è poi anche il problema delle troppe supplenze, che frammentano eccessivamente lo sviluppo del programma di studio. “La sensazione – sostiene Fioramonti – è che la società italiana non abbia più interesse alla formazione. E questo è gravissimo“.

La chiosa dell’intervista è sulle criticità dei test invalsi. Non c’è la volontà di sopprimerli, perché sono un metodo di valutazione utile. Ma devono essere oggettivi. “Non possono prevedere domande trabocchetto, che misurano solo un’attenzione e non il grado di apprendimento in modo chiaro e lineare. Altrimenti si arriva all’assurdo che gli insegnanti curino più la preparazione ai test che non le materie di competenza. E questo distorce i risultati”.

FacceCaso

Di Tommaso Fefè

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