È l’Italia il paese che tra tutti uccide maggiormente la meritocrazia, fermo ad una situazione educativa del “più hai più otterrai”. Vediamo come butt
È l’Italia il paese che tra tutti uccide maggiormente la meritocrazia, fermo ad una situazione educativa del “più hai più otterrai”. Vediamo come butta a scuola.
Tutto parte dai test somministrati dall’Ocse di Pisa agli studenti liceali di 15 anni. I giovani Italiani hanno, come ormai sentiamo fin troppo spesso, ottenuto un punteggio bassissimo nelle capacità di lettura e comprensione del testo. Pur riconoscendo che grandi passi avanti sono stati fatti nel sistema educativo nello scorso secolo sembra che l’Italia non riesca a tenere il passo degli altri paesi in fatto di educazione. Specialmente a scuola.
Che problemi abbiamo?
Siamo in un paese che non esalta la meritocrazia, questo è un dato di fatto se considerato che il 99,8% degli alunni superano più o meno brillantemente l’esame di licenza media. Il punto su cui molti studiosi e ricercatori si stanno concentrando, senza entrare troppo nella scienza psicologica o comportamentale, sta nel fatto che l’alunno apprende giovanissimo che gli sforzi e l’impegno spesso non coincidono con l’ottenimento di risultati gratificanti. L’assenza di un vero e proprio filtro nella scuola secondaria pregiudica anche la creazione di ambienti scolastici più omogenei di alunni, più talentuosi o semplicemente più consapevoli delle responsabilità e del senso di sacrificio ma non solo. L’assenza di filtro rende quasi superflui i primi tre anni in cui si passa dal gioco alla formazione individuale ed oramai la collettività si è ormai “abituata” a considerare la scuola secondaria come una formalità. I vari governi che si sono susseguiti non hanno mai rinunciato a portare riforme e rivoluzioni nei cicli scolastici, tutti purtroppo con scarsi risultati.
Roba di squilibri, non nostri però…
Lo squilibrio tra nord e sud è poi sempre più netto. Fattore condizionato fortemente dalla cultura familiare a cui i ragazzi sono sottoposti. Un bambino cresciuto in una famiglia colta avrà meno bisogno del sistema educativo e viceversa. Da qui un sistema squilibrato che non tiene conto, o solo parzialmente, delle capacità e dell’impegno dei ragazzi che poi crescendo si ritrovano ad essere “esclusi dai linguaggi più complessi”.
Le implicazioni etiche nello stravolgere l’adolescenza degli Italiani sono complicate per i politici, per i cittadini e soprattutto per i ragazzi, inasprire i giudizi e rendere più netta la meritocrazia potrebbe essere una soluzione, ma potrebbe anche dimostrare che agli Italiani in realtà, sta bene così.
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