Il direttivo nazionale delle Sardine ha annunciato che ai primi di marzo si riuniranno in un congresso nazionale per strutturare il movimento. Sono s
Il direttivo nazionale delle Sardine ha annunciato che ai primi di marzo si riuniranno in un congresso nazionale per strutturare il movimento.
Sono stati l’elemento di curiosità più caratteristico della fine del 2019. La novità politica che ha riacceso le coscienze civiche di molti disamorati di tutte le età. Soprattutto giovani. Come giovani sono i ragazzi che hanno acceso questa scintilla portare in piazza e nelle strade un gran numero di persone, tutte ammassate come Sardine. Indigesti a qualcuno, vento di novità da cavalcare per altri, stanno sicuramente facendo molto discutere. Tutti si chiedono se hanno un obiettivo, se avranno un futuro, o se rimarranno una pittoresca parentesi del momento politico attuale.
Una risposta non c’è ancora. Non vogliono diventare un partito, dicono. Non vogliono entrare nella sfera d’influenza di alcuno schieramento. Eppure, ora, una domanda sul loro divenire se la stanno ponendo, visto che, proprio oggi, hanno deciso, per i primi giorni di marzo, di riunirsi in congresso. Devono “strutturare il movimento”.
Lo ha annunciato oggi il cosiddetto “Direttivo Nazionale”, per bocca della portavoce torinese Francesca Valentina Penotti. Allora si costituirà ufficialmente il “movimento delle Sardine”? Chi può dirlo. “Tireremo le fila rispetto ai risultati in Emilia-Romagna e Calabria – spiega Mattia Santori, originario ideatore e promotore dell’intera iniziativa – Il 26 gennaio non finisce il mondo e nemmeno noi. Sarà una due giorni di sintesi per ripartire lavorando sulla dimensione nazionale“. Qualche progetto insomma c’è. “Decideremo se entrare direttamente nelle campagne elettorali future che riguarderanno altre Regioni – ha aggiunto lo stesso fondatore – o se rimanere forza parallela, di stimolo“.
Nulla di certo, nulla di definito. Tutto da discutere. Insieme. Dovranno capire cosa diventare, forti della loro capacità di mobilitazione a costi praticamente nulli. “Sarà l’occasione per buttare giù le tematiche fondamentali rispetto alle quali portare avanti le nostre istanze“, dicono ancora gli organizzatori. “Amplieremo il discorso, dai flussi migratori alla sicurezza in senso più ampio, anche la sicurezza sul lavoro, per esempio”. Temi politicamente molto caldi. Riusciranno ad affrontarli senza schierasi? Si vedrà.
Per adesso le Sardine si muovono. Compatte. In banco, come i pesci, senza un capobranco, facendosi forza a vicenda. Prima di marzo c’è l’appuntamento di Bologna il 19 gennaio. Hanno già lanciato un crowdfunding per finanziarlo e raccolto circa 50000 euro in pochi giorni. E poi c’è il tam tam sui social “Sardina ospita Sardina”, per accogliere in casa quanti verranno da fuori: già 300 i posti letto trovati.
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