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Bicicletta contro il Coronavirus: gli Italiani sballano e i giovany fanno da traino

Bicicletta contro il Coronavirus: gli Italiani sballano e i giovany fanno da traino

Italiani tutti in bicicletta dopo il lockdown in Italia. I giovany fanno da traino in questo nuovo modo di pensare la mobilità urbana. Il Coronavirus

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Italiani tutti in bicicletta dopo il lockdown in Italia. I giovany fanno da traino in questo nuovo modo di pensare la mobilità urbana.

Il Coronavirus ha fatto riscoprire agli italiani il fascino della bicicletta. Durante e, soprattutto, dopo il lockdown in tantissimi hanno scelto di abbandonare i mezzi pubblici per muoversi in città con le due ruote a pedali. La tendenza comunque era già in atto da diversi anni, soprattutto tra i più giovany. Proprio loro, in questo ultimo periodo, sono stati protagonisti di diverse iniziative a favore dell’uso della bici per gli spostamenti urbani. In generale la si considera più sicura per il mantenimento delle distanze di sicurezza contro il Covid-19 rispetto a carrozze di treni e veicoli stracolmi.

Complice anche il bonus promosso dal governo, il mercato delle biciclette nel nostro paese ha visto un incremento di oltre 200mila unità in più rispetto all’anno scorso. Con un +60% per quelle a pedalata assistita. Il resto lo fanno i tanti servizi di sharing (considerando anche la recente novità dei monopattini), particolarmente apprezzati dai millennial.

Uno studio portato avanti dalla società di consulenza BCG evidenzia un dato interessante: potremmo essere difronte ad un radicale cambiamento della mobilità. Secondo gli autori della ricerca, una quota tra il 67% e il 76% degli utenti che prima usufruiva di autobus e metropolitane, prevede invece ora di continuare o addirittura di incrementare l’utilizzo di mezzi alternativi. Sia in condivisione, sia propri. E lo faranno a prescindere dal fatto che i luoghi in cui vivono siano o meno “bike friendly”. Ciò potrà fungere quindi da catalizzatore per le amministrazioni locali per investire nella realizzazione di infrastrutture adeguate a questi mezzi di trasporto.

A Napoli, ad esempio, dove in molti quartieri non esistono piste ciclabili (problema per altro condiviso con molte altre città italiane, purtroppo), alcuni giovani professionisti, abituali utilizzatori di biciclette, stanno portando avanti uno studio su una possibile rete ciclabile nella zona est della città. Sono gli architetti Enrico Russo, Giuliano Pinto e Pietro Sabatino che propongono come obiettivo a lungo termine quello di ripensare totalmente la mobilità dei residenti di zone altrimenti isolate dal centro della città. Nella loro visione, dunque, c’è sia una risposta all’emergenza sanitaria sia una visione a più ampio raggio, per creare una rete di mobilità sostenibile vera e propria.

#FacceCaso

Di Tommaso Fefè

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