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Le regioni del Mezzogiorno azzerano le tasse universitarie per chi viene da fuori!

Le regioni del Mezzogiorno azzerano le tasse universitarie per chi viene da fuori!

Un incentivo per evitare lo spopolamento e raccogliere nuovi iscritti dal resto della penisola. Direi che è una bella iniziativa del Mezzogiorno! Nel

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Un incentivo per evitare lo spopolamento e raccogliere nuovi iscritti dal resto della penisola. Direi che è una bella iniziativa del Mezzogiorno!

Nell’era del Covid-19, la crisi dello spopolamento del Mezzogiorno opprime maggiormente le regioni del sud Italia. Nonostante le eccellenze degli atenei del meridione, la fuga di cervelli verso il nord della penisola è da anni una costante, ma stavolta rischia di incidere in maniera estremamente negativa a seguito della crisi economica e sociale scatenata dall’epidemia di Coronavirus.

Per reagire a questa ulteriore emergenza, atenei e Consigli Regionali hanno adottato alcune misure di sovvenzione particolari. La Sicilia offrirà 1200€ agli studenti iscritti fuori regione o all’estero che sceglieranno di tornare nella propria regione, mentre la Puglia li esenterà dal pagamento delle tasse universitarie per l’anno accademico 2020/2021. La regione Basilicata dimezzerà il peso della contribuzione dei propri studenti scontando le tasse del 50%, mentre ancora la Regione Calabria le azzererà per tutti gli studenti iscritti provenienti da fuori regione.

Si tratta di misure contributive che hanno il preciso obiettivo di arginare lo spopolamento delle regioni meridionali, da anni ormai oppresse da questo fenomeno economico e sociale.
Se coloro che avranno la possibilità di beneficiare di questi sfoltimenti staranno saltando di gioia, meno entusiasta è stata l’accoglienza da parte del Ministro dell’Università e della Ricerca Gaetano Manfredi che ha fortemente criticato l’iniziativa definendola selettiva in quanto avvantaggia chi è fuori regione ed esclude gli stanziali. Su tutte le furie invece i rettori degli atenei del Nord. La principale critica mossa a queste iniziative è quella di essere discriminatorie: bene evitare lo spopolamento e incentivare le iscrizioni, ma è importante attuare riforme più generaliste così che possano beneficiarne più persone possibili.

Guardando un po’ più da vicino, queste mosse prendono le sembianze di sfide concorrenziali che tentano di trasformare la crisi in opportunità, e se consideriamo che il mondo della scuola e dell’università ha preso le sembianze di quello aziendale, non abbiamo molto di cui stupirci.

#FacceCaso

Di Luca Matteo Rodinò

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