Un genio dell'università: prende due lauree in due mesi. E presto se ne potrebbero aggiungere addirittura altre due. Storie di eccellenze nostrane. S
Un genio dell’università: prende due lauree in due mesi. E presto se ne potrebbero aggiungere addirittura altre due. Storie di eccellenze nostrane.
Storie di lauree extraterrestri. Ci sono storie nelle quali le università paiono trasformarsi in mostri. C’è Perugia (caso Suarez), c’era Catania (caso Università Bandita), ce ne sono e ce ne saranno innumerevoli altre. Ma possiamo accettare che “a fine d’o juorno sta tutta ccà”, come dicono in Gomorra? Abbiamo davvero voglia di farci sempre inondare dalle sole storie di cronaca nera? Dai misfatti giudiziari, dalle beghe amministrative? No. Parliamo anche di storie belle. Di fughe di cervelli solo temporanee. Come quella di Giulio.
4 lauree in pochi mesi, si può?!
All’anagrafe Giulio Deangeli, anni 25, padovano; laureatosi in Medicina e Chirurgia il 20 luglio scorso alla Scuola
Superiore Sant’Anna di Pisa. Fin qui, bene o male, però, potevano farcela (quasi) tutti. Peccato che Giulio si sia anche laureato in Biotecnologie. Due mesi dopo. E nei prossimi terminerà anche i percorsi di studi in Ingegneria e Biotecnologie molecolari.
Quattro lauree. In un anno. Un eccellente intriso di eccellenza. Ridondante? Con la cultura questo termine non si sposa mai. Non è mai abbastanza, in uno stato in cui ce n’è pochi così.
“Devo ringraziare di tutto ciò l’Università di Pisa e la Scuola Superiore Sant’Anna che con il loro ambiente stimolante e d’eccellenza mi hanno messo nelle condizioni migliori per dedicarmi allo studio e alla ricerca”, dice Giulio, veterano culturale non per età ma per successi.
“Le malattie neurodegenerative”, “core” e “mission” futura dei suoi percorsi di studi, “sono un problema sociale di
proporzioni immense e tremendamente complesso. Le competenze che ti dà la medicina non sono sufficienti per affrontarlo”.
Prossimo a partire per l’Inghilterra, dopo aver ottenuto una borsa di studio alla prestigiosa Università di Cambridge, aggiunge: “A Cambridge, potrò lavorare nel gotha mondiale della ricerca sulle neuro-degenerazioni”.
“La tragedia vera è quando i ricercatori rimangono all’estero, ma questo non sarà il mio caso”.
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