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Google lancia la sua università: in 6 mesi e con 300 euro hai fatto tutto zì

Google lancia la sua università: in 6 mesi e con 300 euro hai fatto tutto zì

Google ha deciso di sfondare anche nel campo dell'istruzione. Cultura a basso prezzo e in pochi mesi. Vediamo come va, per ora mica male. Da “univers

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Google ha deciso di sfondare anche nel campo dell’istruzione. Cultura a basso prezzo e in pochi mesi. Vediamo come va, per ora mica male.

Da “università 2.0” a “università Google.0” è un attimo. Proprio così. Il colosso statunitense sta per lanciare i propri corsi di laurea. Tra sorprese – una laurea in 6 mesi ??!!- e sicurezze, come in tutto si prospetta una buona dose di dibattito. Ahh, che belli i tempi dei social!

Tutto ciò mentre le nostre facoltà arrancano al passo del Coronavirus. Ogni giorno cambia qualcosa – didattica in presenza, forse si, forse no, affitta la camera disdici la camera, metti la cera togli la cera – e nessuno sa davvero come proseguirà l’anno accademico. Una sola cosa è sicura: anche quest’anno i capelli rimarranno sulle nostre nuche l’anno prossimo!

Google fa la storia?

Proprio come accaduto qualche anno fa per i motori di ricerca, innovati e futuristicamente inventati dagli ingegneri del marchio con la G, la mega azienda potrebbe nuovamente riscrivere la storia. Ma questa volta culturale.

Laurea in 6 mesi? Google la vuole fare. E pure economica. Esatto, i dirigenti stanno pensando, e tra poco passeranno all’azione, a lauree della durata di un semestre accessibili a tutti: 300 dollari il minimo per alcuni corsi. Basta pensare a corsi di 12 anni come Medicina, basta passare la vita sui libri di Diritto Privato, basta spendere migliaia di euro per avere un pezzo di carta (che tale rimane molto spesso, perché i laureati hanno qualche punto percentuale in più di possibilità di trovare lavoro, oggigiorno. E non parliamo dello stipendio).

Corsi intensivi e via. Ovviamente, non ci saranno per tutte le facoltà, ma si tratterà di corsi incentrati sulla tecnologia e su materie “digitali”. Che l’analogico vada in vacanza allora. Alla fine del percorso una verifica, che siamo sicuri Google avrà le potenzialità di fare in modo corretto anche a distanza, e via. Tutti pronti per un lavoro nel mondo dei software.

Mica male no?!

#FacceCaso

Di Giulio Rinaldi

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