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Monopattino elettrico, la nuova moda spericolata del momento

Monopattino elettrico, la nuova moda spericolata del momento

Si va diffondendo in tutta Italia la moda del monopattino elettrico. Ma spesso i comportamenti degli utilizzatori sono spericolati e rischiosi. Alzi

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Si va diffondendo in tutta Italia la moda del monopattino elettrico. Ma spesso i comportamenti degli utilizzatori sono spericolati e rischiosi.

Alzi la mano chi non ha ancora rischiato la vita per un monopattino elettrico. Da qualche settimana nelle principali città italiane sono comparsi a centinaia e chi li ha usati o anche solo incrociati per strada ha, consapevolmente o meno, sfiorato ripetutamente la tragedia. È la moda del momento muoversi per strada e sui marciapiedi con questi veicoli comodi ed ecologici, ma troppi non sembrano rendersi conto che può diventare un mezzo di trasporto molto pericoloso, per sé e per gli altri, se non usato responsabilmente.

I pericoli per strada

Prima di tutto è necessario capire che il monopattino non garantisce l’invincibilità. Né dà diritto alla precedenza assoluta su chiunque per strada. Quindi se ci si lancia in mezzo al traffico, pur con un caso in testa, nel caso non si ponga attenzione o non si rispetti il codice della strada le possibilità di fare un incidente lievitano.

È chiaro che lo strumento si presti allo svicolare con agilità. Ma non sopravvalutate le capacità di una batteria elettrica. Per esempio, superare un auto a destra in partenza al semaforo, senza aver controllato che il guidatore abbia messo o meno la freccia, o peggio tagliandogli la strada, può non essere una grande idea. Il problema non è chi ha ragione o chi ha torto in caso di sinistro stradale. Il problema è morire investiti.

Marciapiede e piste ciclabili

Ancora scarsa, inoltre, la chiarezza tra gli utilizzatori riguardo la possibilità di andare sulle piste ciclabili e sui marciapiedi. Le norme dicono che sulle prime è consentito transitare, mentre sui secondi no, in quanto non assimilabili a pedoni. Ma al di là di questo, è fondamentale capire che le persone a piedi o in bicicletta hanno lo stesso diritto di chi va sul monopattino di arrivare vivi e integri a destinazione. E il fatto che con esso si possa andare più veloci non è un buon motivo per pensare che tutti gli altri debbano scansarsi per non essere travolti.

Parcheggi selvaggi

C’è poi il discorso parcheggio. La maggior parte sono presi in affitto dagli utenti con diversi servizi di sharing, quindi, una volta giunti a destinazione, il mezzo viene lasciato a disposizione di altri. Ma questo non significa mollarlo dove capita. Chi lo lascia in mezzo al marciapiede, chi lo mette di traverso per strada levando posti a motorini e automobili. Chi lo appoggia a pali e alberi. L’anarchia più totale, insomma. Va bene che sono piccoli e leggeri, ma allora, a maggior ragione, cosa ci vuole a trovare nel raggio di due metri intorno a sé un punto dove non arrecare intralcio?

A Milano sguinzagliati i vigili

Tutte regole che sembrano elementari, ma che, a quanto pare è necessario ribadire. Anche perché le amministrazioni comunali stanno già pensando di sguinzagliare i vigili urbani e inasprire le sanzioni per gli indisciplinati monopattinisti. A Milano per esempio ha preso il via, per ora solo in due zone centrali della città, il servizio della polizia municipale per garantire fruibilità dei percorsi e contrastare le soste irregolari. E i ghisa, per dirla in dialetto milanese, si muoveranno anche loro in monopattino, come ha spiegato la vicesindaca e assessora alla Sicurezza Anna Scavuzzo, che ha detto:

Lo avevamo annunciato pochi giorni fa e da oggi è realtà. Partiamo dal Municipio 1, che ben si presta per la sua conformazione ad accogliere questa sperimentazione, già estendendo ad aree e corsie ciclabili in diversi altri Municipi in città.

#FacceCaso

Di Tommaso Fefè

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