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Compiti eccessivi: e i genitori gridano in coro “è colpa della DAD”!

Compiti eccessivi: e i genitori gridano in coro “è colpa della DAD”!

La dad fa insorgere i genitori degli studenti. Troppi compiti assegnati, dicono, senza nemmeno potersi confrontare con insegnanti e compagni. L'emerg

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La dad fa insorgere i genitori degli studenti. Troppi compiti assegnati, dicono, senza nemmeno potersi confrontare con insegnanti e compagni.

L’emergenza del paese per la pandemia è sempre più pesante da gestire nel quotidiano per le persone. Per gli studenti di più. Almeno così sembra dalle lamentele che i genitori avanzano contro la scuola che carica di troppi compiti i loro figli. Poveri pargoli di tutte le età costretti a stare a casa per seguire le lezioni a distanza e poi, chiusa la videochat, restare seduti per altre ore a svolgere versioni di latino e risolvere problemi di matematica. In effetti, gestire la dad non è già abbastanza complicato per il sistema di istruzione italiano. La priorità deve essere quella di accondiscendere alle doglianze di mamme e papà.

Per carità, il problema c’è e le associazioni dei genitori hanno ben diritto di segnalarlo. “Non si può applicare la stessa metodologia in presenza con la Dad – fanno notare – Fino all’anno scorso li dissuadevamo dall’uso dello schermo e ora li piazziamo lì davanti“. Sembrerebbe un bel paradosso, in effetti.

Magari, però, a ben vedere, passare ore davanti alla play station non è proprio utile come trascorrerle ad ascoltare videolezioni e studiare. Fermo restando che il tempo di svago e di confronto tra compagni di classe è senza dubbio diminuito, se non totalmente annullato. “Prima almeno c’erano attività complementari come la musica e lo sport che scandivano gli intervalli – sottolinea Rosaria D’Anna, presidente dell’associazione italiana dei genitori – Ora invece, la giornata dei ragazzi si articola tra le lezioni al pc e i compiti pomeridiani, che vengono assegnati quotidianamente“. E anche chiedere spiegazioni agli stessi insegnanti non è semplice come alzare la mano in classe per fare una domanda. Se poi ci si aggiunge che non tutti hanno i genitori a casa, in smart working, da cui potersi far aiutare, ecco che la questione assume toni decisamente più concreti.

Il distanziamento sociale ha creato non pochi disagi, soprattutto per i bambini fragili che avevano bisogno di più supporto con la didattica in presenza. La Dad non può essere prolungata per troppo tempo ma quando cerchiamo di portare la questione all’attenzione ministeriale, a causa della pandemia, ci dicono che la salute è prioritaria.

La colpa di tutto ciò però non è né degli alunni, né dei prof, né dei genitori stessi. E sembra evidente che il problema non possa essere solo “la quantità di compiti”. Perché quelli sono sempre stati troppi, per i ragazzi, anche prima del Covid. Il virus ha solo amplificato tutto. La situazione purtroppo è questa e tocca adeguarsi. Significa che la prima lezione che la scuola impartirà a queste generazioni sarà la capacità di adattamento e la resilienza. Alla fine, sono sempre abilità utili per il futuro.

#FacceCaso

Di Tommaso Fefè

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