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Alessio Ciccolo & l’intervista targata FacceCaso per il nuovo EP

Alessio Ciccolo & l’intervista targata FacceCaso per il nuovo EP

Alessio Ciccolo è un cantautore calabrese di stanza a Bologna. oggi pubblica il suo nuovo EP "Solo un dovere" e noi lo abbiamo intervistato. Alessio

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Alessio Ciccolo è un cantautore calabrese di stanza a Bologna. oggi pubblica il suo nuovo EP “Solo un dovere” e noi lo abbiamo intervistato.

Alessio Ciccolo è un cantautore calabrese di stanza a Bologna. Già voce e chitarra dei LaBrain e degli Einstein On the Bitch, dal 2016 si concentra sulla stesura di brani dallo stampo cantautorale con i quali muove i suoi primi passi nei locali del capoluogo emiliano.
Solo un dovere è il suo EP d’esordio contenente 5 brani inediti incentrati sulla vita dei fuorisede.
Rappresenta il passaggio dall’Università al mondo del lavoro, dalla giovinezza all’età adulta, raccoglie 5 brani che sono la fotografia di un momento di cambiamento ma anche di consapevolezza.ù

I brani sono vestiti di nostalgia perché raccontano non il “qui e ora” ma ciò che è stato, quando il miraggio di una vita nuova cominciava a palesarsi e le responsabilità non erano il nemico: Solo un dovere è quindi un prologo, le cui cinque canzoni sono accomunate dalle contraddizioni del diventare adulti.
Solo un dovere è un connubio tra gli elementi tipici del cantautorato italiano e il sound d’oltremanica, ed evidenti sono i riferimenti Niccolò Fabi, Colapesce e alla scena britannica degli anni 90. Ecco cosa ci ha raccontato…

Partiamo dal titolo del tuo EP d’esordio: “Solo un dovere”. Quali sono i doveri che Alessio Ciccolo sente di avere?
Crescere è una bella fregatura, e spesso comporta il fronteggiare una serie di compromessi che hanno a che fare con la sfera più “ludica” o meglio istintiva; ben vengano le responsabilità, ma a che prezzo?

Facciamo un passo indietro e raccontiamo un percorso, quello che poi ti ha portato da una cittadina calabrese fino a Bologna, un percorso fatto anche di crescita dall’età adolescenziale a quella adulta, come è cambiato Alessio in questi anni e in cosa invece è rimasto lo stesso?
Di sicuro mantengo l’incanto nei confronti delle novità che derivano da luoghi, persone e esperienze in genere. Forse in questo periodo percepisco in maniera stridente il tempo che passa, e l’ansia che deriva dal non farselo scappare.

In questo EP c’è molto della vita dei fuorisede appunto, come è stata la tua esperienza personale?
Paradossalmente quella che notoriamente viene considerata “vita da fuorisede” l’ho vissuta dopo aver terminato l’università: per tutta una serie di coincidenza ho avuto modo di conoscere meglio Bologna e le diverse anime che la animano. In generale mi ha aiutato a capire quale fosse la mia strada, incitandomi ad andare avanti senza appellarmi troppo ai giudizi o alle volontà altrui.

Soffermiamoci sulla traccia che chiude il cerchio: “I balconi”. Qui si sente forte la voglia di combattere il tempo che passa, sembra quasi un inno di ribellione. Che storia racconta?
Una vicenda autobiografica che ha segnato il mio punto di vista sulle amicizie. Non tutte le relazioni finiscono con una rottura, a volte le strade si separano per un ordine naturale delle cose: pensarla così a volte può aiutare, non tanto per alleviare un dolore ma per non confonderlo con l’odio verso chi ha fatto parte della tua vita.

Quali sono gli artisti che hanno maggiormente influenzato il tuo percorso musicale e di vita?
Pasolini e la sua attenzione “politica” verso le parole. Se invece ci concentriamo sulla musica, da un lato c’è la psichedelia dai Pink Floyd ai Radiohead, dall’altra la canzone d’autore italiana da De André a Fabi.

Chiudiamo con un pensiero che va verso il futuro, cosa ti aspetti dal 2021?
Rispetto, pazienza e socialità sono tre concetti che mi auguro colorino la vita di ognuno. Per quel che riguarda me, un palco basta e avanza!

#FacceCaso

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