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Fuorisede nelle mani del destino: e non sempre è una cosa buona

Fuorisede nelle mani del destino: e non sempre è una cosa buona

Alla consueta odissea dei fuorisede, quest’anno si aggiunge il capitolo Covid. Una situazione davvero al limite per tantissimi studenti. A febbraio n

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Alla consueta odissea dei fuorisede, quest’anno si aggiunge il capitolo Covid. Una situazione davvero al limite per tantissimi studenti.

A febbraio nessuno si aspettava il Covid, le chiusure, la didattica a distanza e tutte le condanne pandemiche. Larga parte dei fuorisede, studenti e lavoratori, sono rimasti intrappolati nelle città ospitanti, impossibilitati a tornare a casa e costretti a lavorare e studiare online. Solo pochi fortunati che si trovavano nella loro “hometown” in quei giorni vi sono rimasti senza ripartire, o altri pochi sono riusciti a tornare in patria.

Quello dei fuorisede è un gruppo abbastanza nutrito e la loro (nostra) condizione è da sempre delicata. C’è chi si sposta per studiare e chi per lavorare, chi provvisoriamente, chi è intenzionato a rimanere e chi fa il pendolare a lungo raggio, chi si integra in poco tempo nella nuova città, chi ha sempre tanta nostalgia di casa e chi si pone da entrambe le parti.

I fuorisede sono solitamente protagonisti di spostamenti di massa in alcuni momenti dell’anno, ovvero nei periodi delle festività quando si ricongiungono con i familiari tornando nelle relative città di origine. Trattandosi di uno movimento di importanti dimensioni, le società titolari dei principali servizi di trasporto ne approfittano per aumentare a dismisura, in maniera incontrollata e subdola, i prezzi dei viaggi. È così che il biglietto di un treno o un aereo può costare centinaia di euro e nemmeno una prenotazione in anticipo potrà ridurlo perché sarà già in partenza, salatissimo.

Molti fuorisede hanno deciso di rimanere nelle proprie città di origine in questo periodo di incertezze, lavorando e studiando da casa. Coloro che si sono spostati, comunque un gran numero, sono nelle mani del destino. Alla riduzione delle attività didattiche e/o lavorative e al sostenimento delle spese fisse, si aggiunge l’incertezza dello spostamento. I prezzi dei biglietti sono rimasti alti e molti ancora non hanno ancora prenotato perché non sanno, una volta rientrati a casa, quale sarà il loro destino, se e quando torneranno a lavorare in ufficio o studiare in aula.

#FacceCaso

Di Luca Matteo Rodinò

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